MADDALONI (Caserta) – Quest’oggi più che mettere in apertura MADDALONI avremmo dovuto specificare MONTEDECORO, Frazione di MADDALONI, perché è questo il luogo in cui principalmente si sviluppa la storia della persona che presento, quella di Peppe De Lucia, alias il Cavaliere di Montedecoro, alias il decano della Destra Maddalonese.
Oggi 11 gennaio 2017 il cav. Giuseppe De Lucia compie 82 anni ed inizia l’avventura degli ottantatre.
Ma chi è Giuseppe De Lucia?
Luogo e Data di Nascita
Giuseppe De Lucia nasce a Maddaloni il giorno 11 gennaio 1935 da Domenico (nato a Maddaloni il 25 ottobre 1912 e morto a Maddaloni il 30 luglio 1967 ) e da Filomena Scarano (nata a Maddaloni il 27 dicembre 1912 e morta a Nole (TO) il 4 ottobre 1992).

Domenico e Filomena: i genitori di Giuseppe De Lucia
Il papà Domenico avrà come grado di istruzione quello scuola elementare la sua ultima professione è stata quella di vigile annonario comunale a Maddaloni dal periodo fascista e fino alla fine della 2^ Guerra Mondiale; mentre la mamma Filomena anche lei con grado di istruzione scuola elementare e stata casalinga.
Il luogo di nascita di Giuseppe De Lucia è lo stesso, ovvero la stessa frazione, ove oggi risiede, in via Murelle n.2, nella frazione Montedecoro di Maddaloni (CE), e nacque precisamente nell’androne dell’edificio esistente al tempo nella zona di Via Carmignano dove nelle adiacenze ora vi è la farmacia e attualmente viene occupato da un negozio di parrucchiera.
In quel freddo 1935 allorquando Giuseppe vide la luce papà Domenico faceva parte della compagnia fascista di Maddaloni che era stata inviata in Spagna in aiuto del generale Franco, impegnato nel sedare le proteste a seguito dell’elezioni spagnole perse dalla sinistra nel 1934, che vedeva al comando il Capitano Pasquale Vairo a cui si legava un rapporto di stretta amicizia in quanto il Capitano Vairo cresimò Vincenzo fratello maggiore di Giuseppe e figlio primogenito di Domenico[1].
Il Sostegno Economico della Famiglia
Tornato dalla Spagna papà Domenico nell’anno 1938 si ammalò e finirono tutti i soldi guadagnati per guarirlo e ebbe anche problemi al cervello che con il tempo e le cure riuscì a risolvere anche perché curato dal bravo dottore Quercia di Maddaloni e poi ebbe l’impiego di vigile annonario comunale di Maddaloni.
Intanto alla famiglia provvedeva il nonno paterno, che si chiamava Vincenzo De Lucia, capofamiglia indiscusso, il quale aveva un rapporto conflittuale con il figlio Domenico che aveva preferito una attività diversa dalla sua che era quella di mediatore-commerciante di prodotti agricoli e bestiame. Il nonno Vincenzo comunque voleva un gran bene al padre di Giuseppe. Ed altro sostegno in famiglia fu il fatto che la nonna Vittoria Ventriglia, madre della mamma di Giuseppe, che venne ad abitare con la famiglia di Giuseppe.
La presenza di nonna Vittoria in casa loro fu di grande aiuto e la stessa scelse di vivere con la famiglia di Giuseppe perché era trattata male da “zia Puppinella”, al secolo De Lucia Giuseppina, che in rapporto di parentela era una sua nuora[2].

I nonni di Giuseppe: Vincenzo De Lucia e Gelsomina D’Angelo.
Quando si arrivò alla caduta del fascismo venne eletto a sindaco il Cav. Eugenio Iorio e questi licenziò nell’anno 1947 Domenico dal suo ruolo di vigile annonario perché era stato fascista.
Così la famiglia De Lucia cadde in miseria e bisognava rimboccarsi le maniche e così accadde. Domenico iniziò l’attività di contadino potendo contare su un terreno che nonna Vittoria aveva in affitto ad Acerra su tre moggia a cui si aggiunse un terreno di tre moggia che fu fittato in via Condotto al “ponte di Montedecoro”. E non bastò, infatti, Domenico andava anche a lavorare alla giornata per 20 lire al dì presso la proprietà Savinelli. Ogni tipo di frutta o di alimento che si poteva prendere dalla terra era la base per vivere e talvolta la mattina ci si alimentava con la polenta per dare sostegno fisico a tutti.
L’impegno di Domenico non aveva limiti e quindi anche l’attività di mediazione e sensale agricolo, avendo avuto un insegnate di eccezione nel padre, si univa a quella di agricoltore pur di portare il giusto sostentamento economico a casa.
Ricordi d’infanzia, la seconda guerra mondiale
Il Cav. Giuseppe De Lucia, in alcuni appunti biografici che ha avuto la cortesia di fornirmi per una conoscenza della sua figura biografica, a cui si aggiunge il corredo fotografico fornito per il tramite di alcuni familiari al fine di poter oggi presentare questo omaggio ad una persona che ha dedicato molto del suo tempo al bene comune ed ai suoi cittadini, realizzato oltre che per desiderio dello scrivente per richiesta anche del presidente dell’U.N.A.C. di Maddaloni, il cav. dott. Gaetano Letizia, ha riferito di elementi caratterizzanti la sua infanzia in pieno conflitto bellico. Infatti, nato nel 1935 avuti i suoi otto anni Giuseppe De Lucia siamo nell’anno 1943.
Lo stesso ricorda che con il proclama di armistizio di Badoglio che rendeva noto il giorno 8 settembre 1943 l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile firmato dal governo Badoglio I del Regno d’Italia con gli Alleati della seconda guerra mondiale, già sottoscritto con gli anglo-americani il 3 settembre, la situazione per gli italiani fu preoccupante essendo l’ex alleato tedesco diventato occupante. I tedeschi, ricorda nella sua memoria De Lucia, erano ovunque e cercavano italiani da arrestare e portare nel campo di concentramento.
Naturalmente i “paisani” come li definisce nel suo racconto De Lucia, andavano alla ricerca di rifugi o comunque scappavano dalla morsa tedesca, e quindi ad esempio all’arrivo di pattuglie scappavano anche sulle montagne, in particolare, nel suo caso nella zona alta, montana, di Montedecoro (frazione di Maddaloni in cui risiedeva) e Cervino[3].
La rabbia, o forse la disperata forma di autodifesa dell’esercito tedesco che per quanto armato ed occupante era sempre nel territorio dell’ex alleato oggi nemico, faceva si che i militari non avevano remora di fare fuoco e così avvenne anche nelle campagne di Montedecoro laddove fu colpito al braccio un cugino di Giuseppe tale Vincenzo De Lucia[4].
L’arrivo degli americani fu segnato dal bombardamento all’attuale area industriale nei pressi della ferrovia di Cancello Scalo e del deposito militare maddalonese. Il primo accompagnato che ricorda De Lucia fu a ridosso del Canale Carmignano. In quei giorni De Lucia dice che si udivano i colpi delle cannonate a Montecassino[5].
Alla partenza degli americani giunsero i canadesi che si accamparono sia nei pressi del canale che presso la residenza del Duca Tixon a Villa Grado[6].
Intanto, dopo la guerra e nel periodo dell’andata via della presenza degli alleati per Maddaloni e Montedecoro, sua frazione, furono anni particolari e segnati da scia di sangue per azioni di “guapparia”, come riferisce De Lucia, tra residenti di Maddaloni e Montedecoro con rivalità di dominio territoriale,e quel che peggio è che questa scia era fortemente riscontrata tra famiglie imparentate. La situazione dopo qualche tempo torno alla tranquillità con notevoli arresti e lunghe detenzioni.
Lo scenario generale era quello di un paese povero, e così anche Montedecoro cercava un riscatto. Iniziò qui un commercio di stoffe di paracaduti, di vestiari vari militari, prelevati alle milizie in transito o al Deposito del quartiere militare di via Roma di Maddaloni oramai lasciato al libero accesso[7].
Dalla Formazione all’ingresso nell’Arma
Giuseppe intanto frequentò gli anni di scuola elementare a Montedecoro dal 1941 al 1945 fino alla quarta elementare per poi prendere nell’anno 1951 la quinta elementare frequentando la scuola serale. Si arruolò nell’arma dei Carabinieri entrando in servizio il 2 febbraio 1954 destinato ad Alba nel 3° Battaglione degli Allievi della Legione di Torino, qui vi rimase nove mesi e finito il periodo con il grado di Caporale fu trasferito al Battaglione Mobile di Napoli al Corso Vittorio Emanuele a Mergellina.
La permanenza a Napoli città durò per 6 o 7 mesi dopo i quali fu trasferito alla Stazione dell’Arma di San Giovanni a Teduccio sempre nel napoletano. Una volta giunto in questa stazione dell’Arma fu mandato, essendo il più giovane, presso la sede di Barra e lì nei pressi nella zona orientale di Napoli e da qui nel 1955 a San Pietro a Patierno nella periferia nordorientale di Napoli.
Successivamente, dopo pochi mesi, fu mandato nuovamente nella zona di San Giovanni a Teduccio nella Stazione di Vigliena.

Giuseppe da giovane e Carabiniere.
In questo periodo Giuseppe, nel tempo libero, arrotondava lo stipendio facendo il fotografo e con i suoi risparmi contribuii a risollevare le sorti della famiglia in un momento di difficoltà legato alla salute della sorella Silvia[8].
Sempre a Vigliena a quanto si ricorda vi era un maresciallo, forse il comandante, noto come, queste sono le parole di Giuseppe De Lucia in una sua memoria di testimonianza di vita, “mangione e farabutto”, il quale voleva, notato le doti del carabiniere, farlo innamorare della figlia, ma come si sa al cuor non si comanda e Giuseppe lo fece capire al punto che ci fu astio tra i due ed il superiore si prodigò di fargli pervenire la richiesta di trasferimento per Taranto, siamo al primo dicembre 1957 e quell’anno fece anche la neve. Ed in quello stesso periodo di nevicata fecero altre scortesie al povero Giuseppe che ebbe ad avere un diverbio singolare con il Brigadiere Cuoco[9].
Questo fatto increscioso con il Brigadiere Cocco, forse fautore dello scherzo dei pasti miseri destinati al giovane militare, oltre alla notizia di trasferimento a Taranto, spinse Giuseppe a voler desiderare di lasciare l’Arma e allora decide di chiedere visita e fu ricoverato per sette giorni presso la struttura ospedaliera militare in Napoli sulla Marina[10].
Dopo questo periodo, finiti i periodi di malattia e di convalescenza, passò per la caserma a prendere i suoi effetti personali, salvo la divisa, in quanto aveva elaborato e presentato o stava per presentare, la sua richiesta di proscioglimento dal Corpo dell’Arma. Ciò fu dovuto anche al fatto che intanto all’Ospedale Militare di Caserta non volevano riconoscere altri due mesi di malattia essendo un periodo particolare ed interessato dalla Elezioni Politiche del 1958. Poi accadde che gli riconobbero 4 mesi e dopo il decimo giorno arrivò anche il proscioglimento. Tutto avvenne nei primi mesi del 1958.
Giuseppe lasciata l’Arma torna a Montedecoro, per poi andare a Torino e quindi ritornare a Casa
Tornato a casa Giuseppe dovette arrangiarsi a fare l’autista, il fotografo e l’impresario di spettacoli di piazza, animando o concorrendo ad animare la festa patronale lì a Montedecoro legata alle festività della chiesa retta per lunghi decenni da don Salvatore Letizia, ed ancora matrimoni etc. Essendo anche un bravo cantante per non rimettersi a fare il lavorante agricolo mise in opere le sue doti la cui notorietà era tale anche nel periodo dell’Arma allorquando partecipava a spettacoli con esibizioni canore. In quel periodo che cantava andò ad esibirsi anche a Torino e provincia, abitando presso i cugini Armando e Vincenzo Scarano dove si incontrò anche con il fratello Costantino anche lui congedadosi da poco dall’Arma dei Carabinieri.

Giuseppe cantante da carabiniere ad Alba.

Giuseppe cantante post-carabiniere.
Entrambi i fratelli trovarono occupazione in una fabbrica di gomme e riuscirono a ritrovare l’indipendenza economica ed abitativa anche perché, intanto, il fratello Costantino arrotondava la sua paga lavorando come elettrauto in una carrozzeria del posto.
La permanenza in fabbrica di Giuseppe durò poco più di tre mesi in quanto prima che potesse essere cacciato per controversie con la capo reparto pensò bene di allontanarsi lui e trovò subito lavoro in una fabbrica di profumi. Anche qui il lavoro durò poco essendo stato messo, con tuta e maschera, nel settore a contatto con le componenti chimiche nocive e Giuseppe pensò bene di salvaguardarsi la salute. E quindi nel 1959, preso con se i soldi guadagnati nel corso della permanenza a Torino con il fratello Costantino, decise di tornare a Maddaloni, ovvero nella sua Montedecoro.
Fidanzamento, matrimonio e vita familiare con Anna D’Addio
Tornato a Montedecoro rincontrò e riprese a corteggiare Anna D’Addio volendola fortemente come sua fidanzata e poi divenuta sua moglie, con la quale si era conosciuto lungo la strada che la stessa faceva per recarsi da casa sua sita in Via Colle Puoti di Montedecoro a Santa Maria a Vico per recarsi a scuola di cucito e ricamo e, senza mezzi termini, si recò a casa sua chiedendo ai suoi genitori di consentire alla cosa.
I due decisero di sposarsi il 30 ottobre dell’anno 1960 nella chiesa “Maria Santissima” di Montedecoro e la messa fu celebrata dal parroco don Salvatore Letizia.

Giuseppe con don Salvatore Letizia ed il comitato festa patronale di Montedecoro.
La loro residenza fu la stessa dove abita oggi Giuseppe, in Via Murelle, dapprima in una sola stanza nella casa dei suoi genitori e, dopo che questi si trasferirono a Nole (TO), nell’intero fabbricato dando anche in affitto le due stanze a pianterreno.

Giuseppe con la moglie Anna.
Giuseppe con la moglie Anna[11] ha avuto i seguenti figli: Filomena[12], Maria Pia[13] e Domenico[14].

Giuseppe con moglie, figlie e generi.

Giuseppe con tutti i nipoti.

Domenico, il figlio di Giuseppe.
Vicende lavorativo professionali a Maddaloni
A nove mesi dal matrimonio, il 1 agosto del 1961, grazie all’interessamento del tenente dei carabinieri Masi comandante della compagnia e della stazione di Maddaloni fu assunto quale guardiano della nascente Face Standard di Maddaloni e due giorni dopo, il 3 agosto 1961, nasceva la sua prima figlia Filomena detta Mena.
In questo periodo con le economie derivanti dal buon lavoro Giuseppe e la moglie riuscirono a comprare i materiali edili e, la moglie nel corso del giorno e Giuseppe in orari serali e notturni, lo sistemavamo per gli operai muratori e riuscirono ad ingrandire la casa e finalmente ad avere le camere da letto, il bagno e la cucina.
Giungiamo al 1963 allorquando Giuseppe fu richiamato dall’Arma dei Carabinieri per un mese di esercitazione all’ex aeroporto di Pomigliano D’Arco. Tornato al lavoro alla Face Standard a Maddaloni Giuseppe trovò il suo nome e quello di altri in un elenco di persone che dovevano lavorare nei reparti e poiché il suo ruolo di guardiano era quello di controllare il lavoro degli operai decise di non sottostare a questa scelta arbitraria e si licenziò.
In questo periodo si era laureato l’avvocato Gaetano Vairo, poi onorevole del parlamento italiano nonché stimato legale ed insigne professore, che trovò in Giuseppe un procacciatore di pratiche soprattutto nel ramo assicurativo di infortunistica prendendolo nel suo studio come fidato collaboratore. Giuseppe collaborava anche con agenzie assicurative maddalonesi aventi sede sul territorio maddalonese e casertano, tra cui Assicurazione Generali, Sara-Aci ed altre.
Nel tempo, e precisamente nel 1964 Giuseppe incontrò il geometra Salvatore Brignola, che era perito per l’Assicurazione Generali, che lo instradò ad essere autonomo e quindi Giuseppe si iscrisse alla Camera di Commercio di Caserta come assicuratore e attraverso Brignola si iscrisse all’odierna AICIS – Associazione Italiana Consulenti Infortunistica Stradale-.

Giuseppe con Duca Tixon al comizio On. Almirante a Maddaloni.
Ingresso in politica e svolta della vita professionale assicurativa ed antinfortunistica
In questo periodo, siamo sempre negli anni 1964-1965, Giuseppe, per divergenze politiche, decide di troncare la collaborazione professionale con l’avvocato Gaetano Vairo e decide anche di seguire la sua fede politica e si candida al Consiglio Comunale di Maddaloni con il Movimento Sociale Italiano MSI, al tempo a Maddaloni coordinato dal duca Alberto Tixon De Vidaurres , e nel 1968 o 1969, non ricorda con precisione, viene eletto per la prima volta in Consiglio Comunale a Maddaloni.

Didascalia di Gioacchino Di Lillo: «Elezioni amministrative inizi anni’90 (probabilmente 1992) con Claudio Marone Candidato contro Gaetano Pascarella e segnarono la vittoria del secondo per un piccolo scarto di voti e videro l’affermazione di Alleanza Nazionale con ben 6 consiglieri comunali. La foto è un ricordo storico di quell’evento e riguarda una cena Montedecoro subito dopo l’elezione del gruppo consiliare. In ordine da destra vi è l’avvocato Michele Ferraro detto Ninotto, Peppe De Lucia, Claudio Marone, il duca Tixon in qualità di Presidente della sezione AN, il Dott. Mario Bove ( papà di Gigi oggi politico), io Nino Di Lillo e Pietro Paolo di Nuzzo. Ricordo che a via Cancello il più votato in assoluto fu Mario Bove. Prendemmo, in quella legislatura, con regolare votazione la commissione consiliare ambiente e territorio e come il presidente fu eletto Pierino».
La sua notorietà è data anche da fatto che attualmente è considerato il decano della destra maddalonese, per ben quattro volte è seduto nel consiglio comunale di Maddaloni a partire dalla prima elezione e per altre 3 volte consecutive (mandato n. 1 con a sindaco il dott. Caliendo), (mandato n. 2 con a sindaco il dott. Di Cerbo) (mandato n. 3 con a sindaco il dott. Lurini) e (mandato n. 4 con a sindaco il dott. Pascarella) come consigliere all’opposizione che comunque era costruttiva e collaborativa quando venivano prese in considerazione le sue proposte.

Giuseppe con sindaco Pascarella ed il consiglio comunale al saggio scuola “De Nicola”.
Nel corso della sua presenza in Consiglio Comunale è stato nelle commissioni consiliari relative al territorio ed alle periferie e si è occupato particolarmente delle battaglie relative al miglioramento di esse ed al benessere dei cittadini che le abitavano con richiesta di maggior controllo da parte dei vigili, ampliamento dell’illuminazione pubblica, asfaltamento di strade, ecc.

Giuseppe con il Vescovo della Diocesi di Caserta, mons. Raffaele Nogaro, il Sindaco dott. Gaetano Pascarella ed il parroco don Lorenzo Maggetto, all’inaugurazione della “Villetta Comunale di Montedecoro”.
Da quell’evento, ovvero dall’autonomia professionale ed ingresso in politica, anche le economie andavano bene perché non dovendo più servirsi della consulenza legale dell’avvocato Vairo aumentarono i suoi guadagni grazie anche alle tante competenze in materia di diritto civile e penale apprese al seguito dell’avvocato che gli tornarono utili in tutta la sua esperienza professionale, infatti, in particolare si occupò di recupero crediti e, soprattutto, di risarcimento da incidenti stradali.
Piccole soddisfazioni economiche
Nel 1965 Giuseppe riesce a comprare la sua prima auto una Fiat 500 nuova ed in quello stesso anno nacque Domenico .
Qualche anno più tardi nel 1971 comprò una Alfa Romeo Giulia e nello stesso anno fecero la prima comunione le figlie Filomena e Maria Pia nella chiesa di Montedecoro e sempre in quell’anno fu possibile aggiungere alla casa la stanza da pranzo ed un salone oltre che arredare tutta la casa.
Fu possibile in quell’anno fare una gita a Torino a trovare i nonni a Nole, la sua mamma Filomena e i genitori della moglie Anna, Carmine D’Addio e Maria, tutti trasferitosi ivi per migliorare le condizioni di vita loro e dei figli con l’offerta di lavoro maggiore che al Sud[15].
In questi anni, siamo nel periodo dal 1973 fino alla fine degli anni ottanta, i guadagni erano considerevoli e quindi Giuseppe decise di comprare “per poche lire” una casa in via Colle Puoti, sempre in zona, e poi attraverso “Gigino”, al secolo Savinelli Luigi, commerciante e suo amico del cuore, comprò un terreno vicino al canale Carmignano poco lontano da casa e successivamente altro appezzamento di due moggia di terreno a via Lamia.
Dall’anno 1974 in poi infine costruì prima la casa alla figlia Filomena che confina con la sua casa in Via Murelle e qualche anno dopo, circa nell’anno 1981, comprò casa alla figlia Maria Pia in Via Cornato in Maddaloni ove la stessa unitamente al marito desideravano abitare.
Passaggio del testimone del rinomato studio assicurativo antinfortunistico
In tutti questi anni Giuseppe era riuscito a dare un impulso, una importanza, un seguito al suo studio assicurativo e di pratiche antinfortunistiche. E, anche in virtù di questo, nel successivo periodo, siamo nel 1982, Giuseppe chiese a Luigi, marito di Mena, di aiutarlo in quanto oltre alle pratiche della propria assicurazione curava anche quelle di altre ed effettuava perizie per le compagnie assicuratrici e così Luigi, lasciato il suo lavoro di impiegato nell’industria, entrò a pieno titolo nello studio che intanto era stato creato.
In questi anni il guadagno era molto buono ed oltre a non far mancare nulla a casa Giuseppe mostrò generosità nei confronti di tanti, a suo dire “farabutti”, che non solo non hanno rispettato l’amicizia ma hanno anche approfittato della sua disponibilità e bontà sia non restituendo il denaro ricevuto che dimenticandosi di lui.
Sempre in questi anni, nel 1989, riuscì a comprare una casa di villeggiatura a Baia Domizia grazie all’interessamento di un suo amico, liquidatore di assicurazioni all’epoca, Benedetto Alparone di Napoli, anche lui in pensione ormai e cavaliere della Repubblica.
E così è andata avanti ed è progredita l’esistenza di Giuseppe De Lucia con un rinomato studio assicurativo e di infortunistica stradale che lo ha visto alla guida dello stesso fino all’anno 2006 allorquando ha ceduto la titolarità al genero Luigi Ruotolo che tutt’ora lo conduce.
Dall’onorificenza di Cavaliere all’impegno nei sodalizi dell’Arma
De Lucia, noto anche come il Cavaliere Peppe De Lucia, è titolare dall’anno 2003 del titolo di Cavaliere della Repubblica e firmatari della concessione in data 27 dicembre 2003 sono stati il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ed il presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi.

Giuseppe appena dopo nomina a Cavaliere.

Giuseppe alla consegna della pergamena di Cavaliere da parte del Questore.

La Pergamena dell’onorificenza.
Professionalmente prima di intraprendere la strada assicurativa è stato Carabiniere e la fedeltà all’Arma la conserva con l’adesione all’Unione Nazionale Arma dei Carabinieri delegazione di Maddaloni dove svolge il ruolo di segretario.
Della medesima delegazione U.N.A.C. di Maddaloni da oggi, 11 gennaio 2017, è nominato Presidente onorario con Attestato di benemerenza per il prezioso contributo fornito a sostegno del sodalizio dal presidente locale cav. dott. Gaetano Letizia.

Attestato Benemerenza con nomina a Presidente Onorario della Delegazione U.N.A.C. di Maddaloni (Caserta),
Giuseppe De Lucia è iscritto, va ricordato, anche all’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo si può dire da sempre, si è sentito sempre carabiniere anche effettuando alti lavori, prima con la sezione di Santa Maria a Vico ove era iscritto anche il fratello Costantino, poi passò a quella di Caserta per favorire il M.llo Visconti ex comandante della stazione di Maddaloni ed infine, da quando è stata istituita, all’U.N.A.C. di Maddaloni che vede alla sua presidenza il M.A.“s”UPS Cav. dott. Gaetano Letizia.
Giuseppe De Lucia ad oggi, lasciato il lavoro attivo, non disdegna di svolgere le mansioni casalinghe ma sopratutto cura il terreno vicino all’ex canale Carmignano, circa uno e tre quarti di moggio, parte con un orticello con ogni sorta di legumi, verdure ed ortaggi e la maggior parte a frutteto con svariati tipi di frutta.
Altri particolari della Persona
Sono stati suoi maestri in politica il Duca Tixon e, anche se avversario politico, don Salvatore d’Angelo fondatore del Villaggio dei Ragazzi e capo della Democrazia Cristiana di Maddaloni.
Giuseppe è credente cattolico cristiano e con i diversi sacerdoti succedutasi nella parrocchia ha avuto un contatto corretto e, a volte, anche collaborativo.
E’ stato un figlio che si è comportato da primogenito anche non essendolo, un marito e padre protettivo per la famiglia anche se a volte burbero e un nonno premurosissimo e affettuoso.
Nell’ambito della vita civile ha tentato sempre di avere corretti rapporti sia con politici che con prelati (vescovi e sacerdoti) e con personalità maddalonesi tutti ed anche casertani non disdegnando talvolta, proprio per il suo carattere forte e predominante, di entrare anche in dissidio per poi raggiungere, chiariti i motivi di dissidio che erano sempre per il bene dei suoi concittadini per i quali si è sempre speso sia in politica che in ambito civile e religioso, accordi e pacificazione.
Gli Auguri
Per questi 82 anni giungano al cav. Giuseppe De Lucia gli Auguri dello scrivente e della redazione de L’Eco di Caserta ed ancor più del M.A.“s”UPS Cav. dott. Gaetano Letizia che unitamente a tutti i soci dell’U.N.A.C. gli auguro il meglio.
Ed ancora altri tre auguri, quello di una persona che a distanza a seguito le sue vicende e ne ha promosso mediaticamente anche la risonanza, Carlo Scalera; quello di una persona che ha vissuto i momenti d’oro del partito di Alleanza Nazionale a Maddaloni in cui, dopo la svolta da MSI a AN, ha militato il Cav. Giuseppe De Lucia, il cav. Gioacchino Di Lillo; e quello di un giovane che d adolescente ha maturato la sua fede politica ammirando lo stesso De Lucia, il dott. Luigi (detto Gigi) Bove.

Giuseppe con gli On.li Gasparri, Landolfi, Reccia e Coronella ed altri iscritti AN.
Segue il pensiero augurale dell’opinionista Carlo Scalera:
«Peppe De Lucia era ed è Montedecoro. Era, negli anni del suo attivo impegno politico, e probabilmente lo è ancora per certi versi, il punto di riferimento e di informazione sulle problematiche di Montedecoro.
A don Peppino più di una volta mi son rivolto per la sua attività lavorativa e tutte le pratiche sono andate sempre a buon fine.
Con lui, quando avevo occasione di incontrarlo più frequentemente, mi soffermavo sempre a parlare dei problemi e delle battaglie che erano sempre legate alla sua terra.
Più di una volta mi sono recato con la telecamera e lui mi faceva da cicerone.
C’era un canale che durante l’inverno, per la cattiva manutenzione e per le piogge abbondanti, straripava nelle campagne e sulla Strada Nazionale e ricordo il suo impegno al riguardo di questa problematica.
Nel corso della sua militanza era presente su tutte le difficoltà che viveva una periferia, la sua in particolare.
Mi ricordo i suoi interventi in consiglio comunale che per niente politichesi ma che toccavano i problemi della città.
Peppe De Lucia è stato ed è sempre convinto che il rispetto passasse attraverso l’educazione e che il suo compito, nella vita, fosse quello di creare tranquillità e sicurezza al maggiore numero possibile di cittadini di Montedecoro.
Per lui il dovere e il rispetto è stato ed è tutto legato a una grande soddisfazione della coscienza, il sentimento della propria dignità, della propria indipendenza verso gli altri e verso tutti.
Che dire a Peppe De Lucia, ti incontrai non tanto tempo fa e con questo scritto ti voglio fare gli auguri per il tuo compleanno! Sembri così giovane che posso onestamente credere che tu stia compiendo 20 anni per la quarta volta. E aggiungo che forse con te, Peppe Vigliotta, Mario Bove, Claudio Marone e il duca Tixon ultimi rappresentanti della destra a Maddaloni che avete fatto la storia dello sviluppo locale stando sempre all’opposizione, con dignità e correttezza. Uomini di altri tempi».

Giuseppe con il Sen. Coronella ed iscritti AN di Santa Maria a Vico.
Dopo le parole del fondatore e conduttore della trasmissione “Dietro L’Angolo” che per quarant’anni ha approfondito la vita cittadina maddalonese dall’emittente radiofonica Radio Maddaloni International /New Radio Network, seguono quelle del cav. Gioacchino (detto Nino) Di Lillo:
«Ricordo di aver conosciuto Peppe De Lucia, per tutti don Peppe oppure Peppe o mercaniello a fine anni 80! Ricordo che era un’istituzione nella sua Montedecoro e non faceva altro che portare i problemi di quella periferia che arrivava a via Cancello ogni volta che il Partito, allora il MSI DN (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO – DESTRA NAZIONALE), la sezione a Maddaloni era intitolata “Bruno Agazio”, si riuniva e per un periodo si riunì in piazza de Sivo.
Mi è rimasta impressa la sua forte esperienza maturata anche grazie al periodo svolto nei Carabinieri, ricordo, che portava con se un patrimonio umano.
Come dimenticare Carlo Savinelli, per tutti, non lo abbandonavano mai sia in campagna elettorale che durante le normali attività di partito, e credo che allora era Segretario il dottor Pierino Lombardi.
In quegli anni, ricordo, oltre ai suoi mandati elettorali che il duca Tixon si alternava con Claudio Marone come consigliere comunale a Maddaloni.
Quando, tornato definitivamente a Maddaloni, iniziai una frequentazione più assiduamente il partito, fino a poi diventare nella stessa consiliatura consiglieri comunale con Peppe, ricordo le sue storiche battaglie per le periferie che erano il suo credo.
Forte di carattere e determinato restò nel MSI DN poi AN (Alleanza Nazionale) anche quando amici/camerati storici transitarono per un breve periodo nel CCD.
A me, a Mario Bove, a Caradonna, a di Vico ed altri amici ai quali si aggiunse Ninotto Ferraro, Peppino di Nuzzo, Marica Inverno, Carmine Campana ecc non fece mai mancare il suo sostegno al partito!
Che dire: un esempio per tutti noi più giovani.
Un piccolo aneddoto, mi fa piacere ricordate. Quando fui insignito dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e pochi anni dopo la notizia della nomina di Peppe oltre a farmi piacere fu concretizzata dal passaggio della spilla gesto fatto con affetto nei suoi confronti.
Non sono mancati o momenti di dibattito interno con lui ma per me rimane un amico ed un riferimento».

Giuseppe con l’On. Fini a Caserta nella seconda metà degli anni ’90.
Si chiudono gli auguri con il messaggio del dott. Luigi Bove, giovane, ma solo di età, politico di centro destra già consigliere ed assessore comunale di Maddaloni:
«Ho risposto “presente” all’ invito dell’ amico Michele Schioppa nel portare un mio augurio, in forma scritta, per l’ 82esimo compleanno del Cav. Giuseppe De Lucia, per tantissimi anni consigliere comunale della Destra politica, del Msi prima e di An poi, della Città di Maddaloni.
Ebbene, “scrivo” personalmente e porto, al Cavaliere De Lucia, anche gli auguri di mio padre Mario.
Ed è proprio grazie al fatto che mio padre, da decenni medico impegnato nella città di Maddaloni, agli inizi degli anni 90 decise di entrare in politica in maniera attiva, ho avuto modo di conoscere tante persone soprattutto perbene e tra queste , in primis, il Cav. De Lucia, di Montedecoro.
Ora ho 33 anni ma quando mio padre, Mario, decise di impegnarsi attivamente in politica , avevo circa 11 anni e quando , quasi mano nella mano di mio padre, varcai la soglia della sezione di Alleanza Nazionale in Corso I Ottobre nel 1994, una delle prime persone che vidi fu proprio Giuseppe De Lucia.
Ricordo che già 22 anni fa era definito il “decano dei consiglieri comunali” perché la sua permanenza in consiglio comunale era riconfermata da decenni grazie al suo impegno per la Città di Maddaloni e soprattutto grazie all’ amore che nutriva e nutre , tutt’ora, per la “sua” Montedecoro, oggi denominata via Carmignano.
E proprio mio padre, appena mise piede in Alleanza Nazionale diventandone consigliere comunale e quindi collega di Giuseppe De Lucia, ha sempre avuto un rispetto silenzioso nei confronti del Cavaliere De Lucia che conosceva da tanto tempo prima e da ancora che, lo stesso mio padre, entrasse in politica.
Mio padre proviene, come il Cavaliere De Lucia, dalla periferia e per tanti anni ha vissuto in periferia cosi come invece continua a fare il Cavaliere e c’è sempre stato quel filo comune fatto di rispetto e amicizia sincera tra mio padre e il Cavaliere, cosi come esiste lo stesso filo di legame tra le persone che sentono forti il loro attaccamento al luogo delle origini e anche e soprattutto alla Terra, al profumo dei campi. Sensazioni che forse il “salotto” del centro non ti dà.
E nel frattempo io sono cresciuto e sono entrato , facendo gavetta, in Alleanza Nazionale e se pensavo all’ impegno politico la mia mente andava e va al Cavaliere De Lucia perché ha portato avanti la politica buona fatta in maniera passionale, sincera, coerente, leale e generosa.
Poi, agli inizi degli anni 2000 la favola magica che mio padre e poi io insieme a lui, ma anche la nostra intera famiglia, aveva vissuto in An, incominciò a non essere più tale. Gli ultimi anni della nostra permanenza in An furono sofferti e burrascosi ma purtroppo finimmo la nostra esperienza in An.
Da quel 2006, tanta acqua sotto i ponti è scorsa ed è passata ma i nostri ricordi, l’attesa della riunione del direttivo, il sapore della manifestazione politica , l’impegno e la passione politica sono rimasti lì e in prima fila abbiamo sempre visto Giuseppe De Lucia, pronto a farsi carico dei problemi della gente.
E se è vero quel che è vero e cioè che la politica è una passione che non va via, Giuseppe De Lucia è l’ esempio vivente di questo motto perché oggi, a 82 anni, partecipa e ancora attivamente alla vita politica della nostra Città e mi piacerebbe nella mia “cavalcata” alle porte, usufruire della sua esperienza e saggezza.
Luigi Bove
Buon compleanno da Mario e Luigi Bove».

Giuseppe con i Parlamentari Landolfi e Coronella.
[1] I figli di Domenico e Filomena tutti nati a Maddaloni furono: 1) Vincenzo nato il 29 giugno 1933 residente a Maddaloni, 2) Giuseppe nato e residente come sopra, 3) Costantino nato il 3 gennaio 1937 e deceduto a Maddaloni il 21 agosto 2013, 4) Gelsomina nata il 1 gennaio 1939 e residente a Torino, 5) Maria nata il 21 giugno 1940 e deceduta a Maddaloni il 14 luglio 1941, 6) altra Maria nata il 10 novembre 1941 e deceduta a Maddaloni il 5 aprile 1949, 7) Silvia nata il 12 febbraio 1945 e residente a Nole (TO), 8) Vittoria nata il 6 febbraio 1947 e residente a Pianezza (TO), 9) Antonio nato il 6 settembre 1949 e residente a Nole, 10) Salvatore nato il 6 agosto 1951 e residente a Nole e 11) Annamaria nata il 17 settembre 1952 e residente a Nole.
[2] Quindi a casa De Lucia vi erano Domenico e Filomena, Giuseppe e tutti i suoi fratelli e sorelle oltre a nonna Vittoria per un totale massimo di 14 persone poi ridotto a 12 per il decesso delle due Maria.
[3] Si ricorda che in questi anni, perché non riuscì a sfuggire un tale Piscitelli, di professione barbiere, fu freddato da un fucile, “un grosso fucile”, di un tedesco all’altezza della chiesa di Montedecoro. E nei pressi della Congrega di Santa Maria di Montedecoro, lì alle spalle, si ricorda la presenza di un enorme cannone. Con questo strumento di morte si preoccupavano i tedeschi di offendere ed abbattere gli aerei americani e si ricordano di pezzi di aereo americano abbattuti in località Masseria Grado e località Colle Puoti, in quest’ultima in particolare fu trovato anche il corpo di un militare americano.
[4] Oltre a queste forme di offese armate i militari tedeschi passano nei villaggi e per le campagne, e quindi anche nelle abitazioni di Montedecoro, si preoccuparono di razziare tutto quello che si poteva nella abitazioni, non dimenticando anche viveri come i cereali ed anche animali da fattoria.
[5] Nel terreno di tale Filippo Iorio gli americani ammassavano i corpi dei militari americani caduti e lungo la strada nazionale che proveniente da Maddaloni portava alla volta del benevetano vi erano tante bombe ed i ragazzini, compreso Giuseppe, andavano a prenderle per svitarle sul davanti e prendere cartone e polveri per fare i falò.
[6] Tra i ricordi dei canadesi vi è uno legato alla presenza di 4 o 5 militare che ubriachi andavano per le strade centrali della cittadina chiedendo altro vino e dando fastidio a delle donne. Una di queste donne era piuttosto coraggiosa e non si lasciò intimorire, De Lucia ricorda essere la titolare della ricevitoria Tabacchi della zona in cui si svolse l’aneddoto e per tutta risposta alla mancanza di rispetto da parte di questi militari il fratello di lei, tale Antonio D’Angelo, reagì ed uno dei militare con la pistola, tirata fuori dal taschino della divisa, lo sparò. La reazioni di altri maddalonesi presenti, quali Aniello ed Alessandro D’Angelo non si fece attendere ed aggredirono i militari con bastoni. I militari scapparono per via Rapillo. Giunta la notizia all’accampamento di Montedecoro un maggiore medico andò presso l’abitazione dei D’Angelo per curare il malcapitato. Presso casa D’Angelo giunsero anche degli ufficiali dei canadesi di stanza a Villa Grado per una visita di cortesia e chiedere scusa dell’accaduto.
[7] Iniziò a diventare attività lucrosa del posta la vendita dei cosiddetti “straccia americani” presso provati, fiere e mercatini vari, anche comprati presso il mercato Resina a Napoli, e ciò comportò un risanamento graduate del tenore sociale economico della frazione, a cui, a dire di De Lucia, non conseguì un pari sviluppo culturale della popolazione, o comunque non direttamente proporzionato al risanamento economico che per taluni magari fu anche repentino.
[8] Infatti, dato che la sorella Silvia a fine anno 1954 si ammalò gravemente e durante l’anno 1955 fu ricoverata nel Sanatorio di Pozzuoli per grave infezione polmonare, in occasione della visita che i genitori di entrambi si preoccuparono di fare all’inferma passarono per Vigliena, qui chiesero aiuto a Giuseppe il quale non fu titubante un attimo e mise a disposizione dei genitori il suo “tesoretto” maturato con anni di stipendi e quando ricavato dalla sua seconda attività di fotografo, si parla di lire 23.000, alla cui consegna brillarono gli occhi dei genitori per la sua solerzia e generosità.
[9] Infatti, a questa situazione di disagio se ne aggiungeva un’altra, quella seconda la quale i colleghi, ad iniziare da quelli più anziani, ancora in quel periodo, facevano, secondo il ricordo di Giuseppe, i furbetti e riempivano i loro piatti mentre a lui mettevano poca pasta. Ed in una occasione di rancio, probabilmente perché di turno esterno a Giuseppe fecero recapitare un fagotto con il suo misero piatto di pasta attraverso l’addetto allo spazzamento della neve, Giuseppe, tornato in caserma, lo restituì tirandolo addosso al Brigadiere Cocco che, secondo lui, era il responsabile dell’operato e perché non volle soggiogarsi a quell’atto di umiliazione anche in virtù del fatto che ha voluto sempre agire con la testa alta e senza mai ricorrere a raccomandazioni.
[10] In effetti il colonnello medico aggiunse anche 15 gg di convalescenza perché seppe del diverbio in Caserma e per carità cristiana volle evitare altri problemi. I giorni di convalescenza poi divennero 20 anche per consentire il viaggio a casa.
[11] La moglie Anna dopo lunghe degenze e cure invane per un tumore lo ha lasciato il 3 aprile 2011 e questa cosa lo ha addolorato moltissimo e maggiorato ogni volta dal ricordo della morte del figlio Domenico avvenuta come detto il 6 settembre 1995 a causa di un incidente stradale con altri. Un dolore che gli ha portato sofferenze tali da contribuire a farlo diventare cardiopatico e diabetico ed a causa dei quali ha dovuto subire un intervento chirurgico al cuore e deve somministrarsi tanti medicinali.
[12] Filomena è nata a Maddaloni il 3 agosto 1961 ed è coniugata con il perito industriale Luigi Ruotolo nato ad Arienzo (CE) il 1 aprile 1952 a cui Giuseppe ha ceduto la guida del suo rinomato studio assicurativo di infortunistica stradale. Da Filomena, detta anche Mena, e Luigi, detto anche Pino dal secondo nome Giuseppe non più anagraficamente trascritto, sono nate Nicoletta(Avvocato), Anna (laureanda in giurisprudenza ed al contempo nota scrittrice e poetessa), Chiara (studentessa universitaria in Medicina) e Manuela (iscritta all’ultimo anno del Liceo Classico “Giordano Bruno” di Maddaloni).
[13] Maria Pia è nata a Maddaloni il 2 marzo 1963 coniugata con Giovanni Ardolino nato a Maddaloni il 12 maggio 1958 titolare dell’omonima rete di autotrasporto per persone a scopo turistico di Maddaloni. Da Maria Pia e Giovanni sono nati Giovanna e Giusy (studentesse universitarie) ed Antonio iscritto al Liceo Scientifico “Nino Cortese” di Maddaloni.
[14] Domenico nato a Maddaloni il 5 maggio 1965 è deceduto a seguito di un incidente stradale il 6 settembre 1995.
[15] In questa occasione si voleva andare anche in Svizzera ma non fu possibile e tornando a casa trovarono la montagna di San Michele di Maddaloni bruciare, con molto rischio per il santuario, cosa che purtroppo si è rinnovata spesso nel tempo.
