MONZA – CASERTA – Umberto Di Donato, oltre a essere una persona speciale di cui mi onoro essere amico, è spesso il protagonista di alcuni articoli su questa testata giornalistica, sia per le sue iniziative sia per il suo Museo della macchina da Scrivere e questa volta della Biblioteca Italiana per i Ciechi.

Recentemente ho scritto di Umberto Di Donato e della sua iniziativa di far tornare suonare le campane del Convento di San Francesco a Carinola.
Lo scorso 16 dicembre Umberto Di Donato va alla Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” di Monza, via Giuseppe Ferrari, 5 su invito del Presidente.
Il presidente della Biblioteca Italiana per i Ciechi è il Prof. Pietro Piscitelli di origine casertana, caiatino per la precisione.

Il presidente della Biblioteca Italiana per i Ciechi prof. Pietro Piscitelli e il suo vice prof. Nicola Stilla, nella sede della Biblioteca consegnano a Umberto Di Donato un “Attestato di Benemerenza” “per il prezioso contributo, la vicinanza costante il supporto offerto alla Biblioteca, sempre disponibile ad impegnarsi con la propria umanità e saggezza al servizio delle persone con disabilità visiva”.


Il documento porta la data del giorno 8 ottobre 2025 ovvero della data della seduta del direttivo che ne ha approvato l’emissione.
L’event è stato vissuto con commozione da Umberto Di Donato non solo per il gesto ma anche per la consegna avvenuta dal suo amico prof. Pietro Piscitelli.
La decisione ha avuto l’apprezzamento di un altro casertano, amico sia di Piscitelli che di Di Donato, vale a dire Tommaso Daniele.

Questo è emerso anche dalla telefonata privata del 19 dicembre 2025 tra Umberto Di Donato e Tommaso Daniele, il suo grande amico Presidente dell’ Unione italiana Ciechi.
La telefonata tra il novantenne Di Donato e il novantunenne Daniele per gli auguri è stata un amarcord, anche in considerazione del fatto che Tommaso Daniele dopo gli impegni associativi è tornato a vivere a Casanova di Carinola, luogo caro a entrambi.

I due quasi coetanei, infatti Umberto mi ricorda, parlando di Tommaso: “pensa che 91 anni fa le nostre mamme erano contemporaneamente in attesa, ed abitavano a Casanova, nello stesso cortile, perché lui è solo più grande di me di sei mesi. Che storia e quanti ricordi belli e, in questo caso, anche tragici, ma siamo ancora qui pronti a ricordarli”.

Ricordo che entrambi sono nati a Casanova di Carinola: Tommaso il 28 novembre 1934 e Umberto il 5 giugno 1935.

Nei suoi libri Umberto parla delle vicissitudini di salute di Pio e anche di qualche avventura amorosa oltre che delle sue amicizie. In particolare, in “Non più Guerra”, Edizioni Edb, Milano 2009, racconta la tragicità di questi momenti come quello che vede lui stesso e Lorenzo giocare durante il giorno con l’amico dello stesso cortile, Tommaso Daniele, che diventerà cieco e perse la mano destra, vittima di un ordigno lasciato dai tedeschi in fuga verso il nord. Umberto e Tommaso avevano all’incirca nove anni.
Pur con questi disagi, il povero Tommaso, riuscì a frequentare la scuola di Braille, si trasferì a Firenze all’Istituto dei Ciechi, s’iscrisse all’università, e una volta laureato divenne insegnante di storia e filosofia.

Fu molto amato dai suoi studenti, e direttore di molti periodici, tentò pure la carriera politica, candidandosi come parlamentare.

Giunto alla pensione ricoprì la carica di Presidente della Sezione di Caserta dell’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e in seguito, fu nominato dapprima Segretario Generale e poi eletto Presidente nazionale della stessa associazione con sede in Roma, dal 1986 fino al 2014, anno in cui si è ritirato, dopo ventotto anni spesi per la causa dei poveri non vedenti. Tommaso Daniele è stato il quinto presidente dell’Associazione.

Nel corso della sua guida l’Unione italiana Ciechi è diventata Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nell’anno 2006.




Professionalmente Tommaso, dopo gli studi alla “Federico II” di Napoli, ha insegnato storia e filosofia, amato dagli studenti, ha diretto diversi periodici, e non è mancato l’impegno politico con tanto di candidatura come parlamentare.

Il 9 maggio 2014 Tommaso Daniele, comunicava via social, la decisione formalizzata con lettera del 17 aprile 2o14 con cui “l’Assemblea della Federazione delle Istituzioni Pro Ciechi, su proposta del Consiglio di amministrazione il giorno 8 aprile ha voluto – scrive Tommaso Daniele – conferirmi la medaglia d’oro intitolata ad Augusto Romagnoli. Considero questo riconoscimento un grandissimo onore per me che mi ripaga al di là dei miei meriti”.

Dei momenti successivi all’estremo salvataggio della vita di Tommaso, anno 1943/44 Umberto racconta in un suo libro: “Giocavamo sempre insieme, anche dopo l’incidente perché scappati da Caserta dopo il bombardamento del 27 agosto a Casanova, abitavamo nello stesso cortile.
Mio fratello Enzo lo aiutava a scrivere con la sinistra il suo nome, con il carbone, sulle pareti bianche dell’ampia cucina-soggiorno. Quando giocavamo a palla (fatta con ritagli di stracci raggomitolati) Enzo lo prendeva sottobraccio, lo faceva avvicinare alla palla, lo metteva in posizione comoda e gli ordinava al momento giusto di sferrare il calcio”.
