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Caserta, festa in diocesi per il 39^ anniversario dell’ordinazione sacerdotale del 24 marzo PDF Stampa E-mail
Scritto da Michele Schioppa   
Venerdì 24 Marzo 2023 18:52

CASERTA – Il 24 marzo è un giorno particolarmente importante per la Diocesi di Caserta perché ricorda una straordinaria ordinazione sacerdotale.

Il 1984 ricorda è particolarmente fecondo come anno vocazionale perché in quel 24 marzo alle ore 17 circa si tenne una maestosa cerimonia liturgica religiosa con l’ordinazione di ben 7 diaconi che con l’aiuto di Dio realizzavano il loro sogno di diventare Sacerdoti di Cristo.

Certamente la celebrazione e l’ordinazione di sette sacerdoti, anche per quel periodo, e per una diocesi come quella di Caserta, era una cosa straordinaria.

La cerimonia si tenne nel palasport di viale Medaglie d’Oro a Caserta.

A celebrare la indimenticabile cerimonia vi fu l’allora Vescovo di Caserta, l’Arcivescovo mons. Vito Roberti.

Sette diaconi diventano sacerdoti e sono: Don Giovanni Argenziano (di Recale nato il 25 ottobre 1956), Don Francesco (Franco) Catrame (di Recale il 17 aprile 1957), Don Giuseppe Di Vico (nato il 4 agosto 1916), Don Claudio Nutrito (di Curti nato il 19 giugno 1958), Don Pietro Pepe (di Marcianise nato il 29 marzo 1956), Don Valentino Picazio (di Casolla di Caserta nato il 24 gennaio 1958) e Don Silvio Verdoliva (di Casagiove nato a Vallo della Lucania il 15 novembre 1958).

L’ordinazione è ricordata da Michele De Simone in “Il Mattino” di domenica 25 marzo 1984 (Edizione di Napoli, pag. 16 con il titolo “68 anni, nove figli, quindi nipoti da ieri è sacerdote a Caserta”).

I sette sacerdoti sono ricordati in Diocesi già come i “sette uomini della Speranza”. Anche perché la precedente ordinazione si era avuta nel 1980 il 14 giugno con don Antonio Cantiello e il 2 dicembre con don Pietro De Felice, e ancora prima nel 1976 solo con don Michele Cicchella il 27 giugno.

 

 

L’evento è ricordato come “una suggestiva cerimonia nella inedita cornice del palazzetto dello Sport di Caserta”. È interessante notare come qui nel “tempio del basket”, che per l’occasione è trasformato in una Cattedrale del nuovo millennio (evento questo precursore di altre celebrazioni di ampio richiamo liturgico religiose) ben tremila “fedeli- spettatori” hanno partecipato alla celebrazione eucaristica e ordinazione sacerdotale con lo schieramento di un centinaio di sacerdoti concelebranti.

L’altare, per l’occasione, fu posto al centro del parquet e alle spalle dello stesso fu realizzata una magnifica scenografia a mo’ di collage a firma di sei artisti ovvero Pericle Fazzini, Manfredo Acerba, Enzo Toscano, Alberto Parres, paolo Marello e Peppe Ferraro. Le opere di questi artisti offrivano allo sguardo dei presenti “una scenografia raffigurante le gioie, le speranze, le tristezze, le angosce degli uomini d’oggi, dati titolo emblematico «Il mondo contemporaneo» appunto quello verso il quale marciano i sette uomini della speranza”.

La partecipata celebrazione si è conclusa, ricorda la cronaca, con un lungo applauso per i “sette don” che di lì a breve sono chiamati a occupare il “posto di combattimento nella trincea di vecchie e nuove parrocchie”.

La cerimonia fu impreziosita dall’accompagnamento musicale del coro “Frate Sole” di San Nazzaro di Benevento, che era diretto da Padre Anacleto Spagnuolo.

Sarebbe bello qui raccontare la storia di ciascuno di questi sacerdoti, e chi mi conosce sa che a taluni di loro sono anche molto legato, con qualcuno ho avuto meno rapporti e con altri semplice conoscenza, con don Giuseppe Di Vico neanche quella per motivi anagrafici.

Mi perdoneranno don Valentino, mio Rettore, e don Silvio, mio Padre Spirituale, per la bellissima e indimenticabile esperienza nel Seminario Vescovile di Caserta, ma sia per spazio che per tempo ho scelto di parlare sono di chi purtroppo non c’è più, ovvero di Don Giuseppe Di Vico.

Il paradosso è che parlo proprio di chi non ho conosciuto.

Don Giuseppe nasce il 4 agosto 1916 e giunge al sacerdozio in età adulta ovvero a 68 anni.

Don Giuseppe da sei anni è già diacono, vedovo e padre di ben nove figli e ancora nonno di quindici nipoti. Dopo aver accudito la sua famiglia anagrafica ha deciso di dedicarsi a quella spirituale, decisione condivisa dai figli Francesco, Angelo, Filomena, Erminia, Maria Gabriella, Lucia, Mario, Luigi e Cecilia. Mario residente a Treviso e Luigi a Conegliano Veneto, non sono riusciti a partecipare alla cerimonia a cui erano presenti fratelli e sorelle. Unica nubile è Cecilia che si sposerà a Gaeta il 22 dicembre 1984 con l’ing. Pasquale Accorto nella chiesa di San Paolo. Qui la cerimonia (per la cronaca si veda l’Archivio Storico del quotidiano La Repubblica del 23 dicembre 1984) è piuttosto suggestiva in quanto Don Giuseppe accompagna prima Cecilia all’altare come padre e poi la sposa come sacerdote.

Tra i partecipanti alla celebrazione del 24 marzo 1984 c’è Luigi Di Vico, fratello di Don Giuseppe, che è Salesiano a Piedimonte Matese.

Don Giuseppe il 12 settembre 1985 diventa primo parroco dell’erigenda parrocchia “Santissimo Nome di Maria” di Caserta nel quartiere di Puccianiello. E al tempo della nomina i nipoti sono diventati sedici.

Nella pubblicazione “Un cammino Lungo 25 anni” della Parrocchia SS. Nome di Maria” del 2010, si parla di questo primo parroco come di “un uomo semplice, avanti negli anni, animo gentile e sguardo limpido” che entrò in “punta di piedi” nelle case dei suoi parrocchiani portando un messaggio di “vera fraternità”.

Il suo sorriso e le sue parole colpirono il cuore di tanti fedeli “che hanno provato per lui un sentimento immediato di tenerezza e si sono sentiti attratti da lui”. Con lui iniziò la comunità fino al tragico 20 dicembre 1986 giorno in cui tornò alla Casa del Padre. A succedergli, caso volle ci fu don Francesco Catrame ordinato sacerdote con lui due anni prima.

Con questo breve pensiero sull’anniversario dell’ordinazione sacerdotale e ricordo di Don Giuseppe Di Vico, auguro i più sentiti auguri ai “sempre giovani di spirito” “sette uomini della Speranza” sia nella loro vita terrena che celeste per chi ha già raggiunto il Premio divino.

Al mio augurio si aggiunga, oltre che quello della Redazione e del Direttore, quello del Maestro Antonio Barchetta con cui, per la Biblioteca Culturale e Musicale “Barchetta” di Maddaloni, stiamo conducendo un opera di ricerca, conservazione, promozione e divulgazione della memoria dei sacerdoti della Chiesa di Caserta.

A cura di Michele Schioppa

Busto Arsizio, lì 24 marzo 2023