Contenuto Principale
Maddaloni, il ricordo di Geppino Vigliotta a un anno dalla nascita al Cielo 7 agosto 2019 -2020 PDF Stampa E-mail
Scritto da Michele Schioppa   
Venerdì 07 Agosto 2020 09:20

MADDALONI (Caserta) – Quest’oggi ricorre il primo anniversario della morte di Geppino Vigliotta, già conosciuto dai lettori con un recente articolo: Maddaloni, il ricordo di Geppino (Giuseppe) Vigliotta, simbolo di uno Sport sano e città forte.

Questa sera, 7 agosto 2020, alle ore 19, presso la chiesa di San Francesco d’Assisi di Maddaloni, don Edoardo Scognamiglio celebrerà una Santa Messa con la partecipazione di familiari e amici in memoria di Geppino Vigliotta.

Chiesa San Francesco d'Assisi di Maddaloni

Lo scorso 7 agosto 2019 è nato al Cielo Giuseppe (Geppino) Vigliotta, figura storica del mondo sportivo[1] maddalonese e casertano, e ancor simbolo nell’ambiente nella sua Maddaloni.

Come giustamente ebbe a dichiarare all’annuncio del lutto l’amico Amedeo Marzaioli (a cui rivolgo un sentito ringraziamento per avermi supportato nell’indagine conoscitiva di Geppini) su facebook (link) rivolgendogli un ultimo saluto virtuale “Ciao Geppino, la tua scomparsa è un lutto che ci appartiene”[2].

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli che ritrare Geppino Vigliotta con lo scudetto della Casertana Calcio

Ma chi era Giuseppe Vigliotta?

Innanzitutto era “Geppino”, così tutti lo conoscevano. Geppino lascia questa terra 82enne nella sua casa di via Nino Bixio al civico 166[3].

Il nome di Geppino Vigliotta evoca a generazioni di maddalonesi tantissimi ricordi legati al calcio, al basket e soprattutto al ciclismo per la sua professionalità di massaggiatore e preparatore fisico.

Va ricordato che Geppino aveva svolto un percorso di formazione e specializzazione, con tanto di diploma di qualifica, a Napoli sul finire degli anni ’50. Da qui il suo coinvolgimento e la sua professionalità era una garanzia per la squadra che lo ingaggiava.

Una professionalità che si arricchiva di empatia, infatti,è da tutti ricordato come persona pura e umile, al punto da esternare le sue piccole fobie, che lo hanno reso ancora più umano e apprezzato da tutti. Geppino, insomma, è, perché il ricordo è vivo, una persona autentica.

È stato massaggiatore della Maddalonese dei tempi d’oro ma ha fatto parte anche di altre squadre di punta della provincia, dalla Juve Caserta di basket, alla Zinzi Caserta di basket femminile, alla Casertana Calcio.

Foto gentilmente concessa da Amedeo Marzaioli, 18 aprile 1965, Corso I° Ottobre grossomo modo all'altezza di piazza della Vittoria (alle spalle sulla sinistra si contradistingue il negozio di sartoria di Michele Riccio). E' la mattina della Santa Pasqua e si è in piazza per gli auguri. Nella foto ci sono, da sin. a dx: Rosario Di Vico, Geppino Vigliotta, Luigi Nappo, Giovanni Gentile, Domenico Marzaioli, Alessandro Di Giacomo e Amedeo Marzaioli. Questo contributo fotografico è noto ai lettori de L'Eco di Caserta per averlo proposto anche in altre occasioni, e, nonostante ciò, non smette di riservarci sorprese e storie di protagonisti locali.

La sua figura è legata soprattutto al mondo delle due ruote ed uno dei ricordi più belli arriva proprio da Amedeo Marzaioli, fratello del ciclista Alberto professionista dal 1961 al 1965 (per info si veda vol. III collana Chi è?) al quale l’Amministrazione Comunale di Maddaloni ha intitolato, per i suoi meriti ciclistici, un vicolo del centro storico della città: “Se ne è andato in punta di piedi, senza dare fastidio Geppino Vigliotta “il massaggiatore”, una vita a curare muscoli e articolazioni di ciclisti, cestisti e calciatori.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta musicista, dopo una esibizione, secondo da sinistra tra Enzo (Vincenzo) e Tonino (Antonio) Renga.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta in primo piano a sx al campo di basket allo stadio Cappuccini

Legato professionalmente a Domenico Marzaioli quasi per scherzo con Alberto Marzaioli, già ciclista affermato, inizia la sua esperienza e storia di massaggiatore[4].

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta tra Michele Roberti e Amedeo Di Gregorio

Foto gentilmente concessa anche dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli che riprende Geppino Vigliotta con Domenico Campolattano portiere della Maddalonese

Ebenne, riferisce Amedeo Marzaioli, allorquando “nel 1965 […] Alberto decise di appendere la bici[5] al classico “chiodo” Geppino entrò nel mondo del basket e del calcio e le squadre facevano a gara per accaparrarselo. Era apprezzato per la sua puntualità e la serietà professionale, mai un allenamento saltato, mai un appuntamento ignorato. Geppino entra nello staff della Juve Caserta, della Zinzi Caserta di basket femminile, della Libertas Maddaloni, della Casertana Calcio, della Maddalonese [e nel corso delle recenti cerimonie per il centenario della US Maddalonese fu ricordato dagli organizzatori e dalle figure storiche della squadra granata ndr], Marcianise, Durazzano, Santa Maria a Vico, San Nicola la Strada e tante altre squadre. In ognuna ha lasciato il ricordo di un ottimo massaggiatore, di una encomiabile serietà professionale, di una persona perbene, in definitiva di “uomo di spogliatoio” capace di trasmettere agli atleti gli stimoli necessari per vincere una partita”[6].

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli. In questo estratto giornalistico troviamo il nostro Geppino Vigliotta primo da sin. squadra US Marcianise 1985-86.

Foto dalla rete/social in promozione del centenario della US Maddalonese

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli che riprende Geppino Vigliotta con Vincenzo Marzaioli in Piazza della Vittoria

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta primo a destra con alcuni amici in Piazza della Vittoria

Giungiamo ai dati più strettamente biografici premettendo che Geppino ha vissuto gli anni della fanciullezza e adolescenza con i suoi coetanei nel modo più consono a quegli anni[7], frequentando spesso casa Marzaioli[8], sviluppando anche un interesse per la musica[9] dove si diletto come componente d’orchestra[10].

Foto raccolta personale, sezione studi biografici su Domenico Desiato

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli che riprende una delle esibizione di Geppino Vigliotta alla batteria con un suo caro amico ovvero Ferdinando Gentile alla chitarra.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta alla batteria in un complesso di giovani maddalonesi

Per le info biografiche familiari Giuseppe (“Geppino”) Vigliotta (Maddaloni 9 marzo 1937 - Maddaloni 7 agosto 2019) nasce da Antonio (Maddaloni 28 novembre 1909 – disperso in Russia nel 1942) e da Lucia Bottone (Maddaloni 27 giugno 1913 – Maddaloni 22 ottobre 1984) primo di tre fratelli. Dopo Geppino sono nati Michele (Maddaloni 26 luglio 1940 – Milano 12 luglio 2017) e Carmine (Maddaloni 29 ottobre 1942). I suoi genitori abitavano in via Fabio Massimo nella zona pedemontana di Santa Margherita che annuncia l’antico borgo dei Formali.

Certifacazione a firma di padre Raffale Miele, francescano concentuale, celebrante, che testimonia l'avvenuto matrimonio

A seguire, sappiamo che Geppino, da assiduo frequentatore della zona di San Pietro conosce la moglie Anna di Chiara (Maddaloni 25 giugno 1947) con la quale si unisce in matrimonio il 6 settembre del 1969 nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Maddaloni mentre il ricevimento si svolgerà presso un ristorante di Castellammare di Stabia.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta e consorte sposi in un ricordo fotografico con la famiglia Marzaioli

Dall’unione dei due nasceranno cinque figli: Antonio (Maddaloni 28 agosto 1970 deceduto subito dopo la nascita), Giuseppina (Maddaloni 4 settembre 1971), Maria Rosaria (Maddaloni 28 agosto 1976), Antonietta (Maddaloni 28 dicembre 1980) e Antonio (Maddaloni 24 luglio1982). Per sostenere la famiglia Geppino nel 1963 viene assunto come operaio nello stabilimento della Face Standard di Maddaloni, dopo il percorso di formazione nel Villaggio dei Ragazzi, come da procedura per quegli anni, e grazie a tale assunzione la famiglia raggiunge una serenità economica peraltro arrotondata dai compensi forfettari che Geppino riceveva per le sue prestazioni di massaggiatore.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli che ritrae Geppino Vigliotta con Antonio Juliano del Napoli

Foto dalla rete/social in occasione delle iniziative di promozione del centenario della US Maddalonese

Qui alla Face Standard poi Alcatel vi restò fino al 1998 circa. Del resto, ci ricorda ancora Amedeo Marzaioli, il benessere della famiglia e dei suoi figli era la sua priorità. Era molto legato e aveva un buon rapporto con i nipoti.

Foto gentilmente concesse dalla famiglia

In Face Standard strinse diversi rapporti di amicizia e tra questi uno in particolare con Franco Imposimato e lo dimostra il fatto che ha sempre conservato e rivisto con piacere una foto del fratello del senatore Ferdinando vittima di vendetta trasversale all’Italia in miniatura con la Reggia di Caserta alle spalle.

Il ricordo di Geppino è particolarmente vivo in famiglia, come riferiscono le testimonianze che seguono, ma anche tra amici e conoscenti come emerge dal ricordo di altri come Mario Fantaccione[11], Eduardo Salanti[12], Salvatore Borriello[13], Innocenzo e Vincenzo Lombardi[14].

Testimonianza della nipote Marialucia

«Un nonno ti vede nascere sapendo che forse ti lascerà prima degli altri. Forse è per questo che ti ama più di ogni altro al mondo. La vita ti regala tante delusioni, tante volte capita di non esserne nemmeno all’altezza ma si cerca di superare tutto per dimostrare la potenza che si ha. Ma forse quella potenza quando rivela il suo volto si trasforma in un qualcosa che trova sfogo in persone deboli come noi. È come se ci tornasse contro per ferirci. Sai, se oggi sono diventata così in parte lo devo a te che sei e sarai parte di me ogni giorno pur da lassù. La mamma mi ha sempre detto che per la tua famiglia ti sei sempre fatto in mille e hai fatto enormi sacrifici pur di crescere con orgoglio tutti i tuoi figli affinché non sarebbe mancato nulla a loro; anche se a volte il tuo lavoro ti teneva lontano da casa per ritiri ma tu non hai mai mollato, un po’ anche perché lo sport è sempre stata la tua passione tu eri felice e tutti lo erano con te.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta con la US Casertana allo stadio Pinto di Caserta

In questo momento sento la necessità di sentirti vicino, ho bisogno di sentirti ancora parte di me. Mi manchi tanto, si sente fin troppo la tua mancanza. Ho pochi ricordi di te, 20 anni, troppi ma pochi,che oramai sono indelebili e che non cancellerò mai. Da bambina già dimostravo il mio carattere forte, la mamma mi ha sempre raccontato che io piangevo spesso e tornata dall’ospedale la prima notte non smettevo così tu pur di non sentire i miei lamenti sei sceso per andare a prendermi del latte, uno qualsiasi basta che sarebbe servito a calmarmi, perché a te non piaceva vedere le persone piangere, tanto meno le persone che amavi. Tanti sono i ricordi che mi fanno pensare a te. L’ultimo risale a un weekend di luglio quando scesa per il fine settimana siccome ero fuori per lavoro venni a casa tua, la mamma mi disse che avevi passato una settimana abbastanza dura, ma tu nonostante ciò in quei giorni ti facesti vedere forte, come d’altronde eri abituato a farti vedere da tutti. Ma entrambi sapevamo che eri fragile e non eri più forte, così prima di andare via mi dicesti ”Lucì abbraccm o nonn e damm nu bac”, se avrei saputo che sarebbe stata l’ultima volta che ti avrei visto ti avrei stretto più forte. Mi dispiace di non esserci stata quando prima di chiudere gli occhi ripetevi continuamente il mio nome ma non ce l’ho fatta in tempo.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli che riprende Geppino Vigliotta con Carlo Verdone al Cappuccini di Maddalon

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli che ritrae Geppino Vigliotta con la nazionale attori allo stadio Cappuccini di Maddaloni

Vorrei dirti che ti voglio bene, solo che non riesco a spiegarmi il perché la vita a volte sia così ingiusta; ho sempre immaginato di vederti al mio matrimonio e magari anche crescere i miei figli con i valori che tu hai trasmesso a me, ma quei giorni ti porterò nel mio cuore. A tutte le persone che mi ricordano di un nonno defunto vorrei dire che tu non sei il mio defunto, ma un angelo che farà parte di me sempre e comunque perché anche se non ho le ali io ti raggiungo lo stesso. Vorrei che tu fossi felice pur vedendomi piangere. Vorrei che sorridessi, dovunque tu sia. Vorrei che un poco guardassi me e che fossi orgoglioso di quello che faccio ogni giorno. Ti prometto che ricorderò sempre la tua risata, la tua esuberanza e il tuo saper vivere ogni giorno. Sii fiero di te, hai saputo lasciare un segno dentro tutti noi. Ti prometto che un giorno riuscirò a lasciarti andare ma ad oggi ti porto ancora un po’ con me, ne ho bisogno.

Mi manchi tanto angelo mio.

Tua Marialucia».

Foto gentilmente concesse da Salvatore Borriello

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta primo accosciato da dx squadra Cral Face Standard

Testimonianza della primogenita Giuseppina

«Mi sono sempre chiesta cosa fosse la felicità, ma anche cosa fosse il dolore, e mi sono anche chiesta se per comprendere il valore della felicità servisse passare dal dolore.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta sulla panchina in tuta Casertana Calcio

Non ho mai capito realmente la felicità, un giorno mi posero questa domanda: “Sei mai stata felice?” Non risposi, pensai che questa fosse una domanda difficile e, nonostante io abbia sempre detto di essere felice, non trovavo le parole adatte per spiegarlo, non perché io non lo sia mai stata, ma semplicemente perché forse non credevo che per poter passare dalla felicità fosse inevitabile passare, provare e sentire il dolore, quello vero, che ti spezza in due, che ti sotterra e ti rende debole. Ti rende vulnerabile al mondo.

Credevo di avere il mondo in mano, mi sentivo forte, ma la vita ogni tanto gioca alle nostre spalle, cambiando il corso degli eventi, cambiando le carte.

Foto gentilmente concessa da Salvatore Borriello

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta primo accosciato da dx in squadra Casertana Calcio

Ho capito il dolore il 7 agosto. Quando tutti eravamo lì per te, e tu hai deciso di andare via senza avviso. Quando una persona importante se ne va se è importante in realtà non se ne andrà mai e tu, PAPÀ sarai sempre con noi, dentro i nostri ricordi più belli.

Ci sentiamo sempre tutti potenti davanti alla vita, ci sentiamo così forti che non ci rendiamo conto di essere davvero deboli.

Mio papà era un sognatore: pianificava sempre la sua vita, cercava sempre di programmare cosa fare, dove andare, non gli piaceva rimanere fermo. Diceva: “Per me la vita va vissuta!” E aveva tremendamente ragione, la vita va vissuta, ma ora come? Mio papà era un grande uomo, pieno di voglia di fare, di conoscere. Gli piaceva raccontarci il mondo e tutto quello che sapeva, ha sempre cercato di darci il massimo, di farci sapere il massimo, ci ha sempre insegnato i veri valori, quelli giusti da seguire. E ora lui ha lasciato nelle mie mani, di mia mamma, delle mie sorelle e di mio fratello il compito di continuare a vivere come lui avrebbe fatto.

Pina».

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaiol con Geppino Vigliotta che festeggia la Zinzi Caserta in serie A di basket.

Testimonianza della secondogenita Maria Rosaria

«Salve sono la seconda dei quattro figli volevo esprimere questo pensiero, penso condiviso a pieno dai miei fratelli. Oggi papà manca come non mai. Avremmo voluto averlo ancora qua’ nonostante tutti i suoi problemi di salute che affrontava con la forza di un leone senza farceli mai pesare fino all’ultimo suo respiro. E’ stato un padre esemplare senza nulla togliere a qualsiasi altro genitore. Papà è stato un grande esempio per noi. Ci ha sempre insegnato ed inculcato il senso della giustizia e dell’umilta’. Soprattutto ci ha insegnato il rispetto per il prossimo anche se qualcuno non lo meritava. “Rispetto per tutti” diceva sempre. Sapeva amare tutti e noi figli con mia madre, che con grande fatica gli stava vicino, eravamo il tutto per lui. Amava i suoi nipoti che ora come ora sentono fortemente la sua mancanza . Amava il suo ex lavoro da operaio (ricordo quando tornava a casa dal lavoro la maglietta zuppa di sudore). Amava ancora essere un buon massaggiatore sportivo, una passione che lo ha accompagnato finché le forze glielo hanno permesso. Curava amorevolmente i suoi ragazzi del calcio. Li ricordava uno per uno. Il suo desiderio bizzarro quando diceva “Voglio morire su un campo di calcio! Mentre sento l’odore del cuoio!”. Non poteva recarsi sul campo di calcio negli ultimi anni per via delle sue precarie condizioni di salute ma il suo desiderio e’ stato in parte realizzato. Il giorno triste giorno della sua dipartita la bellezza di vedere tutti i ragazzi del calcio stretti attorno al suo capezzale a ricordalo con affetto e aneddoti.

In vita raccontava spesso dei suoi fratelli Marzaioli, come piaceva chiamarli a lui, con i quali era impegnato anni fa per le gare ciclistiche dei ragazzi molti dei quali ho poi conosciuto personalmente; persone stupende che nel corso del tempo si interessavano continuamente di chiedere del suo stato di salute. Gli volevano e gli vogliono davvero bene come veri consanguinei. Mio padre era disponibile con tutti, una disponibilità che scaturiva semplicemente dalla gioia di aiutare i suoi ragazzi, in cambio gli bastava la sola soddisfazione di aver portato a termine il suo compito.

I calciatori, i ciclisti “sono tutti figli miei” diceva Geppino.

Ringrazio tutti i dottori che lo hanno seguito, in particolare il Dottor De Lucia per il quale provo tanto affetto per come si e’ preso cura di mio padre in questi anni dandoci indicazioni mediche e direttive importanti per prolungargli la vita. Mio padre AMAVA LA VITA ed ha lottato fino all’ultimo respiro per questo grande dono di Dio. Un ringraziamento va anche ai dottori: D.ssa D’Apice, Caserta, Vendemmia, Alfieri e a tutti quanti lo hanno assistito compreso il cugino Alfonso Vigliotta.

A mio figlio appassionato di musica e virtuoso del clarinetto il nonno ha sempre insegnato che niente e’ dovuto e che tutto si guadagna nella vita con dedizione, studio e sacrificio. Mio padre amava la musica. Ha sempre detto a mio figlio: “Vai sempre avanti per amore della musica!”. Avevano questa passione in comune nonno e nipote. A mio figlio manca tutto questo oggi ma con riservatezza non lo dimostra e va avanti mentre il nonno lo accompagna da lassù».

In questi ultimi mesi vi è stata più volte l’occasione di ricordare Geppino Vigliotta. Ad esempio lo scorso 30 maggio 2020 con la mostra fotografica virtuale di Amedeo Marzaioli e Angelo Salvatore Letizia (si veda Maddaloni, “il prete, il campione eroe e l’idolo locale” mostra in onore di don Salvatore d’Angelo) sono stati diversi gli scatti dedicati a Geppino. La mostra dal titolo “il prete, il campione eroe e l’idolo locale” è dedicata ad Alberto Marzaioli e a due personaggi illustri che ebbero un ruolo importante nella sua carriera ciclistica: Don Salvatore d’Angelo fondatore e direttore del Villaggio dei Ragazzi dove il ciclismo è stato sempre di casa e il mitico Gino Bartali campione eroe della storia italiana, entrambi scomparsi nel mese di maggio del 2000.

Alcune foto della Mostra “il prete, il campione eroe e l’idolo locale” gentilmente concesse da Amedeo Marzaioli e da Angelo Salvatore Letizia che si ringraziano.

A ricordare Geppino è anche il team che gestisce la pagina social “Kalati Basket e Storia della Pallacanestro a Maddaloni” (link) che tra i diversi contributi fotografici e di memoria storica ricorda anche il ritorno in Serie B Nazionale nel '67 della Libertas di Maddaloni. Infatti, nel 1966/67 la “Libertas Maddaloni guidata dal coach Ninotto Iodice ed è tornata in B. Saranno anni di scontri epici, arrivano a Maddaloni: Manfredo Fucile (in seguito convocato dalla Nazionale Italiana), Mario Napolitano (Campione del Mondo - Nazionale Militare), C. Talamas, P. Gambardella, G. Innocenti. Si aggiungono a P. Boschi, S. Ferrara, i fratelli De Simone, A Caruso, G. De Masi e Roberto Napolitano (Convocato in Nazionale Militare, fratello più giovane di Guido Napolitano). Uno squadrone esagerato, che ha lasciato un ricordo indelebile”. Con l’occasione si esprime sincero apprezzamento per l’operato della pagina e per tutti i contributi storici che si stanno condividendo, utili alla ricostruzione della storia sportiva e di vita della squadra maddalonese e dei suoi rappresentanti, tra cui Geppino.

Foto dal Gruppo social "Kalati Basket e Storia della Pallacanestro a Maddaloni” e a cui fa riferimento anche la testimonianza di Iodice.

In linea con questo ricordo della Libertas mi fa piacere riportare la testimonianza che Ninotto Iodice, il 30 marzo 2020, dopo pochi giorni dal precedente articolo, scrive ad Amedeo Marzaioli rispetto al suo ricordo di Geppino e all’articolo più in generale: « Caro Amedeo ho letto con grande emozione quanto hai scritto nel ricordo dell'indimenticabile Geppino!! Ho avuto il piacere e la gioia di averlo al mio fianco negli anni gloriosi della Libertas Maddaloni, come maddalonese e come allenatore. Nella foto ricordo che hai riportato, che richiama alla mente un eccellente campionato, è davanti alle mie gambe e lui è stato sempre valido ed efficace nel contribuire ai successi che allora riportavamo in campo nazionale, in serie B (attuale A2). E Geppino c’era sempre, con la sua competenza, con la sua passione, con la sua determinazione, con la sua grande simpatia e con il suo carattere gioioso. Era voluto tanto tanto bene da tutti, da me e dalla squadra, e quanto aiuto mi dava nei momenti difficili per creare quel clima giusto, di serenità e compattezza, indispensabili per il successo di una squadra. A quei tempi non c'erano soldi né compensi! Era solo passione pura per tutti noi, altro che oggi! Grande Geppino! È nel mio cuore e nei miei ricordi per la mia bella esperienza di anni come allenatore della Libertas Maddaloni. Ti ringrazio per averlo ricordato e per aver con lui risvegliato il ricordo dei bei tempi dello sport maddalonese di cui Geppino era parte integrante! Ho visto le foto e ho riconosciuto molti amici, che allora seguivano il basket e Geppino sempre con NOI e con loro, tifosi unici per il sostegno che ci davano! Un abbraccio Ninotto Iodice».

Geppino era una persona molto riflessiva e che con il suo sguardo pensieroso era sempre proiettato nel campo e celere a intervenire alla minima avvisaglia.

È stato voluto bene da tutti i suoi atleti e in particolare dalle componenti femminili che non si stancavano di lasciargli anche messaggi di affetto filiale.

Foto gentilmente concesse dalla famiglia

In effetti i ricordi e le testimonianze, dopo la divulgazione dell’articolo, sono stati tanti. Ad esempio vi è quello di Pino Ciontoli che il 29 marzo 2020 a commento dell’articolo dichiara: «IL PRIMO che riuscì a farmi una siringa, vi racconto un aneddoto nella nostra squadra a Maddaloni giocava un Grande giocatore Amerigo Barone,prima di ogni gara accusava sempre dei dolori alle gambe e chiedeva a Geppino di fare una siringa, il buon Geppino subito gli la faceva e lui subito si riprendeva,era Acqua Distillata,uno dei tanti da raccontare».

In famiglia si ricorda che era una persona molto solare e divertente e, ad esempio come riportano alcuni contributi fotografici, durante una preparazione estiva di una squadra con cui collaborava organizzarono uno spettacolo e lui si adoperò in prima persona per poi raccontare il tutto nei dettagli a casa.

Foto gentilmente concesse dalla famiglia

Amava poter passare delle serate con gli amici e dare sfogo alle sue doti canore.

Foto gentilmente concessa dalla famiglia

Foto gentilmente concesse dalla famiglia

Con quest’articolo, ringraziando la famiglia, gli amici, Amedeo Marzaioli in primis, per i preziosi contributi continua l’azione di studio, divulgazione e valorizzazione della memoria di “Geppino” Vigliotta.

Per coloro che sono interessati a condividere il proprio ricordo, riportare la propria testimonianza possono contattarmi alla mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , account di posta che uso per la raccolta di info sulle biografie che studio specificando nell’oggetto che si tratta di un contributo su Geppino (Giuseppe) Vigliotta. Sono gradite foto, testimonianze, articoli giornalistici, locandine o comunque tutto quanto possa essere funzionale ad arricchire e meglio definire il ricordo di Geppino in occasione di altre pubblicazioni come potrebbe essere quella in occasione del primo anniversario della morte.

Non mi si aspetto di essere stato esaustivo e di non caduto, involontariamente, in qualche errore storico/testimoniale. Lo studio nasce dalle testimonianze dirette ed è supportata, dove è possibile anche da documentazione. Sarà dato modo a chi vorrà la possibilità di replicare, integrare, chiarire etc. elementi emersi nel corso della fase di presentazione della storia biografica.

Ringrazio il lettore che ha avuto la pazienza di dedicarmi un po’ del suo tempo nella lettura di questo studio ed allo stesso chiedo scusa se qualche imperfezione è sfuggita alla rilettura delle bozze.

Fototessera di Geppino Vigliotta gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli


[1]Il giorno 8 agosto 2019 presso lo stadio “Ferone” di Casolla di Caserta, prima della gara calcistica tra il Gladiator e le Aquile Rosanero si è tenuto un minuto di silenzio in memoria di Geppino che, come ha ricordato stesso la stampa provinciale (sportcasertano.it), è stata una storica figura dello sport della provincia di Caserta, ed infatti, sotto le sue mani sono passati tantissimi tra calciatori, cestisti e ciclisti.

[2]Ecco il testo di Amedeo sul social: «Ciao Geppino, la tua scomparsa è un lutto che ci appartiene. Se ne è andato in punta di piedi, senza dare fastidio Geppino Vigliotta “il massaggiatore”, una vita a curare muscoli e articolazioni di ciclisti, cestisti ma soprattutto calciatori. Personaggio conosciutissimo nel calcio casertano e non solo. Geppino in gioventù era uno dei “ragazzi” della bottega di biciclette di mio padre in via Nino Bixio, come lo erano Luigi Nappo, Pasquale Ercolano e tutti noi figli. Eravamo una bella squadra, tutti fratelli. Geppino, Luigi e Pasquale erano considerate persone di famiglia, praticavano la bottega in attesa di trovare una sistemazione. Non ho mai capito se mio padre gli dava qualcosa a fine settimana. Giocoforza quando mio padre decise di avviare al ciclismo mio fratello Alberto anche loro dovettero inforcare una bici. Si andava in bicicletta sulle gare, si faceva la corsa e poi sempre in bicicletta si ritornava a Maddaloni. Altri tempi. Una sera per scherzo Alberto, che era già più che una promessa, si fece massaggiare le gambe da Geppino. Ne trasse grande benessere e da allora Geppino divenne il suo massaggiatore personale. Anzi, incoraggiato da papà e da Alberto, si appassionò a tal punto da decidere di frequentare un corso di specializzazione al Cardarelli a Napoli. Ovviamente a Napoli ci andava in bici, qualche volta col treno. Sulle gare Geppino divenne subito il massaggiatore di tutti, amato e benvoluto.. Quasi dieci anni di massaggi per Alberto che Geppino seguiva come un angelo in ogni angolo d’Italia. Nel 1965 quando Alberto decise di appendere la bici al classico “chiodo” Geppino entrò nel mondo del basket e del calcio e le squadre facevano a gara per accaparrarselo. Era apprezzato per la sua puntualità e serietà, mai un allenamento saltato, mai un appuntamento ignorato. Geppino entra nello staff della Juve Caserta, della Libertas Maddaloni, della Casertana Calcio, della Maddalonese, Marcianise, Durazzano, S. Maria a Vico, S. Nicola la Strada e tante altre squadre. In ognuna ha lasciato il ricordo di un ottimo massaggiatore, di una encomiabile serietà professionale, di una persona perbene. “I calciatori sono tutti miei figli, amo il calcio e vorrei morire su un campo di pallone” diceva qualche anno fa. Ciao Geppino, la tua scomparsa è un lutto che ci appartiene, lassù troverai Alberto ad accoglierti, questo ricordo la famiglia Marzaioli te lo doveva per l’ affetto e il rispetto che ci hai sempre dimostrato. Alla moglie Anna De Chiara, ai figli Giuseppina, Maria Rosaria, Antonietta e Antonio, al fratello Carmine e a tutti i familiari le espressioni più sentite di solidarietà e vicinanza in questo triste momento. Le esequie domani mattina alle ore 10 nella chiesa di S .Francesco d’Assisi a Maddaloni. Amedeo Marzaioli».

Voglio citare e ringraziare Amedeo e Luigi Marzaioli, nelle didascalie ricordati come i fratelli Marzaioli, per essersi attivati e ricercato notizie e foto, riunendo tutta la famiglia di Geppino, per contribuire alla riuscita di questo piccolo ricordo.

[3]I suoi funerali con un grande concorso di popolo e fedeli si svolsero nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Maddaloni l’indomani, il giorno 8 agosto 2019. In quella stessa chiesa, affollatissima di parenti, amici e atleti, cinquant’anni prima aveva condotto all’altare la sua sposa Anna Di Chiara.

[4]“Personaggio conosciutissimo nel mondo casertano dello sport e non solo.- riferisce Amedeo Marzaioli- Geppino in gioventù era uno dei “ragazzi” della bottega di biciclette di mio padre in via Nino, come lo erano Luigi Nappo, Pasquale Ercolano, Tonino Forosso e tutti noi figli. Eravamo una bella squadra, tutti fratelli. Geppino, Luigi e Pasquale erano “persone di famiglia”, praticavano la bottega in attesa di trovare una sistemazione. Non ho mai capito se mio padre gli dava qualcosa a fine settimana. Giocoforza quando mio padre decise di avviare al ciclismo mio fratello Alberto anche loro dovettero inforcare una bici. Si andava in bicicletta sulle gare, si faceva la corsa e poi sempre in bicicletta si ritornava a Maddaloni. Altri tempi”.

Ci riferisce un interessante aneddoto, poi, il nostro testimone: “Una sera per scherzo Alberto, che era già una promessa, si fece massaggiare le gambe da Geppino. Ne trasse grande benessere e da allora Geppino divenne il suo massaggiatore personale. Anzi, incoraggiato da papà e da Alberto, si appassionò a tal punto da decidere di frequentare un corso di specializzazione al Cardarelli a Napoli. Ovviamente a Napoli ci andava in bici, qualche volta col treno”. E da questo episodio cosa accadde?, semplice: “sulle gare Geppino divenne subito il massaggiatore di tutti, amato e benvoluto, era un generoso di natura”. Ed aggiunge: “Quasi dieci anni di massaggi per Alberto che Geppino seguiva come un angelo in ogni angolo d’Italia”.

[5]Circa il legame con il ciclismo Amedeo riferisce che “nel frattempo però è sempre presente nel ciclismo, il suo primo amore. Nel 1964 il 4 giugno nasce il GS Pedale Maddalonese e Geppino lo troviamo direttore sportivo delle varie formazioni giovanili che organizza la società e collabora con Amedeo Marzaioli nella organizzazione delle gare ciclistiche”.

Foto gentilmente concessa da Amedeo Marzaioli con Geppino Vigliotta primo accosciato a dx - DS del GS Pedale Maddalonese

Foto gentilmente concessa da Amedeo Marzaioli con Geppino Vigliotta ai tempi della G.S. Pedale Maddalonese

Foto gentilmente concessa da Amedeo Marzaioli con Geppino Vigliotta sempre ai tempi del Pedale Maddalonese

Foto gentilmente concesse da Amedeo Marzaioli, foto ricordo del Pedale Maddalonese

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta con Beppe Saronni e Tonino Forosso nel Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni.

Da lì a dieci anni il 14 marzo del 1974 la Federazione Ciclistica Italiana decide di aprire a Maddaloni un Nucleo della Gioventù di Ciclismo in considerazione dei luminosi trascorsi ciclistici della zona maddalonese. In questa nuova realtà è sempre Geppino Vigliotta ad assumere l’incarico di direttore sportivo su proposta di Amedeo Marzaioli che assumerà la carica di presidente su diretta designazione del Comitato Regionale della FCI.

[6]Va detto che Geppino ha messo a disposizione la sua esperienza anche nella formazione atletica, infatti, lo troviamo nello staff del terzo stage per giovani portieri nel 2013 tenutosi nello stadio Pinto di Caserta con il patrocinio nell’amministrazione comunale del capoluogo. Uno staff di tutto rispetto il “maestro” Giovanni Caropreso e due ex portieri della Casertana degli anni ’80, ovvero Mr. Giovanni Simonelli soprannominato “il professore” e il dott. Vincenzo Mastroianni, intervenuti il primo sul tema della psicologia del portiere e secondo sul pronto intervento. Dunque nello staff l’importante esperienza medico sportiva dei dottori: Camillo Agnano, Achille Cuccari, Pietro Casella, Ragone, Emilio Lombardi e coadiuvati dai massaggiatori: Geppino Vigliotta, Antonio Pezzullo e Donato Eremita, tutti personaggi che hanno sempre avuto a cuore la salute dei calciatori della Casertana seppur in tempi diversi.

[7]In gioventù Geppino è uno degli interni del Villaggio dei Ragazzi ma la rigida disciplina di don Salvatore d’Angelo lo vede spesso ribelle e spesso abbandona il Villaggio. Da giovanotto frequenta e lo si trova spesso in Piazza Mercato, oggi dedicata a don Salvatore d’Angelo, dove si svolgeva il mercato o “fiera settimanale” del martedì e il mercato notturno della frutta (da un trentennio dislocato in zona periferica di Maddaloni tra via Cancello e via Forche Caudine) che, però, era anche il campo di calcio dei giovani maddalonesi. Infatti, qui si svolgevano partite di pallone senza tempo che terminavano “quando s’appicciano i lampioni”, che erano quelli della sottostante via San Francesco d’Assisi. Un’epoca da tanti rivissuta oramai solo negli aneddoti, dove amicizia e solidarietà contribuivano alla formazione dei valori delle future generazioni dirigenziali gran parte della quale già in quiescenza, se non in parte significativa nata al cielo. Ebbene, in questo luogo, durante queste partite di pallone succede che incomincia a frequentare i tanti fratelli Marzaioli, Pasquale, Alberto, Americo, Amedeo, Vincenzo e Luigi, tutti assidui calciatori del “mercato”.

[8]Oltre a casa Renga Geppino frequenta anche la casa dei fratelli Marzaioli e quindi diventa una persona di famiglia, uno dei “ragazzi” che lavoravano nella bottega di biciclette del capostipite “don Mimì” che costruiva di sana pianta i telai delle biciclette.

Ricorda Amedeo che in quel periodo in particolare la numerosa clientela della bottega era fatta di contadini di Maddaloni che quasi sempre pagavano con i prodotti delle loro terre.

Tra le curiosità va detto che Geppino aveva una paura matta dei topi che nella bottega non mancavano di certo e quando “mio padre”, riferisce Amedeo, saldava le varie parti del telaio Geppino era quello che doveva mantenere i tubi da saldare. Naturalmente il compito era arduo, guai a muoversi, doveva rimanere immobile e concentrato. A questo punto, sorridendo continua Amedeo, diventava il bersaglio dei colleghi della bottega i quali senza farsi accorgere gli mettevano uno straccio sulle spalle. Quando lo straccio incominciava a scendere lungo la schiena Geppino non potendosi muovere e scappare diventava rosso e sudava freddo credendo che fosse un topo.

[9] Lo scorso 30 marzo su facebook a commento del primo articolo Elio Salanti dichiara: «La sua scomparsa anche per me è stata una perdita importante, mi sono rammaricato perché non gli ho dato l'ultimo saluto. Non tanti sanno che è stato anche un batterista ed io ho iniziato con lui e i fratelli Renga a muovere i primi passi nel campo musicale, erano gli anni 50 un appassionato del jazz, un cultore della Musica, insomma una persona speciale».

[10]Va sottolineato che con Pasquale Marzaioli, in particolare, frequenta anche la famiglia del Maestro Giuseppe Renga, dei Maestri e Musicisti Renga, che abitavano in Largo San Pietro. In questa casa la musica era di casa e si appassiona alla batteria entrando poi nel complesso musicale con Tonino ed Enzo Renga, Domenico Desiato, Ferdinando Gentile che allietava le feste che allora si tenevano in casa o sotto i portoni.

Scopriamo dunque che Geppino era un amante della musica jazz e collezionava tutti i dischi di quel genere.

[11]Testimonianza dell’atleta Mario Fantaccione del 28 gennaio 2012 su facebook nel gruppo "Ufficio Stampa Vis San Nicola"

«UNA VITA PER IL PALLONE. IL MASSEUR VIGLIOTTA:”PER ME SONO TUTTI FIGLI” Dietro la forza di una squadra , la gioia per una vittoria, l’amarezza di una sconfitta c’è sempre il lavoro oscuro di tante persone che preferiscono sempre restare in ombra dedicando gran parte della loro vita al fantastico mondo del calcio. Giù il cappello di fronte a Geppino Vigliotta storico masseur della Vis giunto ormai a ben 75 primavere. Il suo entusiasmo è travolgente, il suo attaccamento e professionalità solo da elogiare. Non salta mai un allenamento , vive la gara come pochi con la tensione tipica di chi deve scendere in campo. Entrato a campionato in corso nella famiglia della Vis conosceva gran parte dei giocatori avendoli avuti in passato . Alle prese con la caviglia di Gigi Caputo uscito malconcio dopo il derby di domenica scorsa , le parole di Vigliotta sono un inno all’amore per il calcio:”Ho trovato un bellissimo spogliatoio di bravi ragazzi che si aiutano tra di loro. Col gruppo ho un rapporto speciale. Per me sono tutti uguali, tutti figli. Dobbiamo essere una grande famiglia. La squadra può farcela, ho fatto un pensiero per i play off. Ho ricevuto con piacere una vecchia foto donatami da mister Rossi di un campionato di serie D a Marcianise nel 1985. Ho il calcio nel sangue. L’ho detto sempre . Vorrei morire su un campo di calcio e starò con loro finchè avrò forza”

MARIO FANTACCIONE».

Foto con Mario Fantaccione prelevata dal social/post

La testimonianza e contributo fotografico è disponibile al seguente link https://www.facebook.com/photo.php?fbid=3017400401559&id=1459085225&set=gm.304097116307833 .

Si aggiunga che il 16 agosto 2012, la stampa provinciale (sportcasertano.it), riferendo della collaborazione di Geppino con il Vis riporta: «Come massaggiatore ecco per il secondo anno calcistico il nostro papà Geppino Vigliotta . Lo vogliamo bene, è professionale».

Foto gentilmente concessa dalla famiglia per il tramite delle ricerche dei fratelli Marzaioli con Geppino Vigliotta primo accosciato da sin. squadra US Marcianise 1985-86

[12]Testimonianza di Eduardo Salanti

«Quando ti tocca di scrivere e di ricordare qualcuno che è stato anche amico tuo, hai sempre paura di dire troppo. Non è certamente il caso di Geppino Vigliotta, storico ed inimitabile massaggiatore dello sport maddalonese. Ho conosciuto Geppino nella mia età fanciullesca perché io abitavo sopra la bottega dell’arte del ciclismo di don Domenico Marzaioli, (Mimì) dove verso la fine degli anni 50 si radunava il fior fiore del ciclismo campano e da li, a gruppi, dopo aver messo a punto le bici partivano i ciclisti per gli allenamenti quotidiani. Geppino era di quella bottega uno dei frequentatori più assidui e grazie alla fraterna amicizia che aveva contratto con Alberto Marzaioli ,idolo e campione in assoluto per tutti noi maddalonesi, ne divenne uomo di fiducia e massaggiatore personale , seguendo Alberto in tutti i suoi successi fino a quando Bartali non chiamò Alberto nella formazione della San pellegrino, che sanciva il passaggio del campione maddalonese all’attività professionistica. Negli anni poi Geppino è rimasto nell’ambiente dello sport, si è distinto per il suo attaccamento al proprio lavoro, dividendosi con grande impegno e professionalità tra il calcio e il basket, locale e non solo, e tutti ne hanno sempre apprezzato la passione con la quale partecipava agli eventi. Personalmente , come allenatore , ho avuto il piacere di averlo accanto in 2 annate, la prima a Maddaloni, sponda Artus , la seconda a Santa Maria a Vico nel campionato di serie C nazionale. Inutile dire che l’affetto che ci legava era tantissimo, spesso durante le lunghe trasferte in terra pugliese ,si sedeva nel pullman vicino a me e mi ricordava episodi legati alla mia fanciullezza. Di lui ho ricordi nitidi e precisi, cosi come era preciso e determinato nel preparare il suo lavoro prima e dopo la gara. Ricordo che agli allenamenti era sempre il primo ad arrivare perché diceva” devo preparare bene i muscoli dei ragazzi”. Era unico ed era tifosissimo della sua squadra, una volta in quel di Brindisi, dopo una gara persa anche per qualche fischio inopportuna della coppia arbitrale fummo costretti a calmarlo a più non posso tanta era la veemenza con la quale voleva …..argomentare con gli arbitri. Geppino era anche questo, cuore passione ed attaccamento per i propri colori. Per questo, ma non solo, chi ha fatto sport a Maddaloni, ricorderà per sempre Geppino !!!».

Foto gentilmente concessa da Salvatore Borriello

[13]Testimonianza di Savatore Borrielli

«Conoscevo molto bene Giuseppe. Tutti lo chiamavamo “Geppino”. Persona molto dolce ed educata, un po’ paurosa. Io fui assunto in Face Standard il 12 settembre 1966, mentre Geppino già lavorava nella stessa ditta da qualche anno.

Nel 1970 ci trovammo insieme a svolgere il turno notturno di lavoro. Per i turnisti come eravamo noi, si effettuavano tre turni di lavoro: 6,00 - 14,00, 14,00 - 22,00 e 22,00 - 6,00. Per un periodo fummo insieme di turno dalle 22,00 alle 6,00 del mattino.

Foto gentilmente concessa da Salvatore Borriello

Lavoravamo nel reparto termoplastico io ero capoturno. Un aneddoto che successe una sera ha del comico. Andavamo a lavoro presentandoci circa 5, 10 minuti prima per timbrare il cartellino e per indossare gli indumenti di lavoro. Si andava a lavoro a piedi, con la bici o con qualche motocicletta. Io mi recavo con la Vespa G.S. che era del mio papà. Tutti eravamo pronti per prendere le consegne di quelli che andavano via e iniziare il nostro turno. Erano passati circa 15 minuti quando arrivò Geppino. Aveva la giacca sporca e la camicia con uno strappo e un po’ sconvolto in viso. Preoccupati gli chiedemmo, io e gli altri turnisti, cosa gli fosse successo. Ci raccontò (veniva a piedi) che per la strada che portava all’azienda, si era imbattuto in dei cani randagi i quali gli impedivano il passaggio. Non sapeva cosa fare se scappava lo rincorrevano se andava avanti si sarebbe imbattuto in essi. Tutti noi eravamo sulle spine volevamo sapere come era andata. Continuando il racconto ci disse ancora: “io sono pauroso, che ho fatto, ho raccolto tutto il mio coraggio e da incosciente mentre loro abbaiavano li ho imitati e abbaiando più forte di loro li ho spaventati”. Aggiungendo “A quel punto rincorrevo io loro. Mentre correvo sono inciampato e sono caduto scivolando per alcuni metri. Però li ho messi in fuga”.

Foto gentilmente concessa da Salvatore Borriello

Un altro aneddoto è il seguente: Eravamo nel periodo di carnevale, anche in quel periodo stavamo facendo il turno di notte. Sapendo che Geppino era abbastanza pauroso, decidemmo di fargli uno scherzo. Preparammo una zucca la svuotammo e la trasformammo in una testa tipo horror. La collocammo nel campo sportivo e vi accendemmo al di dentro una candela che illuminava la forma della zucca. Il tutto all’insaputa di Geppino. Poi con uno stratagemma mandai Geppino fuori dalla porta di lavoro del nostro reparto che dava sul campo sportivo, a prendere del materiale. Una volta uscito, sentimmo un forte grido. Uscimmo tutti fuori per vedere la motivazione di quell’uomo anche se conoscevamo già il perché, e con sorpresa vedemmo Geppino sdraiato per terra a pancia in giù mentre gridava: “Ci sono i marziani!!!”. Non vi dico le risate e lui rideva insieme a noi.

Foto gentilmente concessa da Salvatore Borriello

Geppino era una Persona molto dolce, nello sport era eccellente. Era il massaggiatore della squadra maddalonese di calcio e anche in Face Standard faceva la stessa cosa quando si svolgevano i tornei interni e qualche volta faceva anche il calciatore. Noi facevamo parte di una squadra chiamata “le 3 T” cioè “Trance, Trapani e Termoplastica”. Tutti gli volevano bene dagli ultimi ai primi, per la sua modestia la sua educazione e la sua disponibilità. Manca un amico come di quelli rari che si incontrano poche volte. Un poco prima che stesse veramente male ci siamo incontrati e abbiamo ricordato i vecchi tempi. Ciao Geppino tu dal cielo prega per noi».

Il cav. uff. Salvatore Borriello, presidente provinciale dell’Anmig e Fondazione provinciale di Caserta, è conoscitore e autore di pubblicazione nonché custode di un ampio archivio fotografico e video della Face Standard di Maddaloni, dalla fondazione al declino. Si ringrazia per il corredo fotografico usato negli articoli in ricordo di Geppino Vigliota compreso il testo incluso nella raccolta “Chi è?” vol. XII di prossima pubblicazione.

[14]Quest’ultima testimonianza di Innocenzo e Vincenzo Lombardi, padre e figlio, depositari della conoscenza storica della US Maddalonese dove già negli anni 30 giocava papà/nonno Vincenzo, si arricchisce di un ulteriore contributo legato alla US Maddalonese, gentilmente elaborato da Vincenzo Lombardi, voce e speaker della componente calcistica locale, che ha messo insieme contributi fotografici e il ricordo del padre, mister Innocenzo Lombardi.

In effetti con questo ultimo contributo che ci aiuta a capire e collocare la figura di Geppino nell’ambito della storia della US Maddalonese, i cari mister Innocenzo e Vincenzo Lombardi, opportunamente sollecitati prima da Amedeo Marzaioli e poi da chi scrive, hanno offerto a questo studio ricordo biografico, un piccolo, e grande allo stesso tempo, contributo circa il detto legame di Geppino, partendo dalla testimonianza di mister Innocenzo Lombardi (per info si veda vol. III collana Chi è?) che con Geppino ha vissuto anni intensi e dal ricordo incancellabile.

Per l’occasione Vincenzo ha inteso ricordare la celebrazione del centenario della US Maddalonese “CENTO ANNI MADDALONESE” la cui serata si è celebrata lo scorso 15 dicembre 2019 nella sala conferenza della Biblioteca Comunale maddalonese già sede del Regio Ginnasio e Liceo “Giordano Bruno”, dove da parte degli intervenuti che hanno preso la parola vi sono stati continui richiami alle figure di Geppino Vigliotta e Pasquale Tedesco, ovvero al massaggiatore e al magazziniere della US Maddalonese. Figure che i numerosi calciatori intervenuti hanno voluto più volte rimarcare.

Con l’occasione Vincenzo ha offerto alcuni contributi fotografici, ovvero sei foto di “Geppino e la Maddalonese” da metà anni ’60 in poi per gentile concessione degli archivio storici di Antonio Sollitto, Innocenzo Lombardi e Tonino Izzo. Seguono le foto:

Passiamo ora alla testimonianza di mister Innocenzo Lombardi:

« Conobbi Geppino nel 1968/1969 ai tempi del mitico campionato di Serie “D” della Maddalonese. Lui già era un affermato massaggiatore, io un calciatore della squadra “Beretti”. Rimasi colpito, quasi esterrefatto dalle doti a dir poco magiche che quest’uomo imprimeva nel suo lavoro. Era la Maddalonese di grandi campioni come Campolattano, Fedele, De Prezzo, Avagliano che volevano essere curati solo da lui.

Quando diventai allenatore della Maddalonese, nel 1981, lo scelsi immediatamente per le sue indiscutibili capacità professionali. Avevo sempre in mente il grande lavoro che aveva svolto al fianco di Alberto Marzaioli, il massimo campione di ciclismo professionistico che la città di Maddaloni ha avuto.

Mi corre l’obbligo di ricordare come Geppino sia stato anche un importante punto di riferimento a livello umano per tanti calciatori. Come si dice oggi, era un vero e proprio “uomo spogliatoio”. Tante volte ho toccato con mano questa sua qualità. Era capace di creare empatia con tutti soprattutto nei momenti difficili della stagione. Quando c’era tensione per una sconfitta oppure durante un “momento no” della squadra, ecco che una battuta, una parola di incoraggiamento di Geppino dava il giusto stimolo per rialzarsi. La sua grandezza? Aver anticipato i grandi macchinari tecnologici e le terapie super scientifiche che ci sono oggi. La sua preparazione, il suo continuo istruirsi sulla materia muscolare erano avanti anni luce. Non c’era un segmento del corpo umano che lui non conoscesse. Geppino era colui che sapeva sempre…dove mettere le mani!

Umiltà, senso del dovere e disponibilità le caratteristiche di quest’uomo che ha accompagnato tanti momenti importanti della mia carriera. Geppino, per anni, è stato il primo acquisto delle mie squadre sia come massaggiatore che come consulente. Era impensabile programmare una stagione agonistica senza la sua presenza e il suo prezioso contributo. Il ricordo più bello? Sicuramente il “Rito del Venerdì”, nell’allenamento che precedeva la partita della domenica. Non si usciva dal campo, non si spegnevano le luci dello spogliatoio, se tutta la squadra non aveva effettuato l’ultimo massaggio da Geppino. Era quasi un rito propiziatorio.

L’ultimo momento agonistico lo abbiamo condiviso nel 2010/2011 durante la semifinale juniores regionale Maddalonese-Palmese. Arrivo al campo e lo vedo in piena attività nello spogliatoio con la sua “borsa dei miracoli”. Rimasi stupito ed incredulo. Gli chiesi il perché di quella improvvisata. La sua risposta fu: “E’ una partita troppo importante, hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino, hai bisogno di un amico vero”.

Geppino era questo, un amico vero dotato di un’educazione sconfinata. Quando non ci siamo più frequentati all’interno dello stesso progetto calcistico, abbiamo sempre continuato vederci e soprattutto a confrontarci sul calcio, il basket e il ciclismo. Il suo saluto era sempre lo stesso: “Appena hai bisogno, chiamami!”. Geppino Vigliotta, attraverso il suo lavoro, la sua semplicità e il suo altruismo, è stato un grande uomo di sport».

Eccoci giunti alla testimonianza di Vincenzo Lombardi sulla serata del centenario che inquadra la presenza della figura del nostro Geppino:

«Buon compleanno, maddalonese! nel dicembre 2019 la serata dedicata ai cento anni dei granata.

Il 15 Dicembre 2019, presso la Sala “Iorio” della Biblioteca Comunale di Maddaloni, si è svolta la serata “Buon Compleanno, Maddalonese”, dedicata ai cento anni della squadra di calcio. Un appuntamento fortemente voluto dal presidente Maurizio Verdicchio al quale ha immediatamente aderito il sindaco, Andrea De Filippo. Una serata senza troppi strilloni ma basata su ricordi, testimonianze, immagini sbiadite dal tempo ma sempre vive nel cuore di chi le ha vissute. Quasi cinque generazioni si sono incontrate sotto il vessillo della maglia granata, una maglia intrinseca di passione e soprattutto con una storia lunga cento anni. Un secolo di risultati, campionati, cadute e risalite (1919-2019) ma anche un intenso e mai sopito rapporto con la città. Sono stati incisivi gli interventi (Vincenzo Mataluna in primis seguito da Vincenzo Elefante) di chi ha voluto rimarcare l’importanza del calcio come disciplina per la vita e soprattutto come elemento anti-devianza. La serata è stata incentrata su una ricchissima galleria fotografica che ha ripercorso esattamente il secolo granata. Preziosissimo il lavoro dell’infaticabile Antonio Sollitto geloso ed appassionato custode di una serie illimitata di cimeli legati al mondo calcistico cittadino. La timeline della Maddalonese è stata quasi interamente raccontata da Innocenzo Lombardi, attuale vice presidente del sodalizio ma, soprattutto storia del calcio maddalonese con i suoi 50 anni di storia granata attraverso tutti i ruoli possibili. Si è parlato e ricordato della Maddalonese di Vincenzo Lombardi ed Ennio Di Maria, dirigenti con lo spiccato talento per il mercato, di grandi presidenti come Vincenzo Vecchione ed Ernesto Santangelo, passando per Pietro Pietropaolo e Raffaele Sabba che hanno regalato all’almanacco granata il punto massimo della storia, ovvero la serie D (ex Interregionale). Poi le facce felici ed emozionate di calciatori come Oreste Lieto, Gaetano Romano, Enzo De Prezzo, Mimmo Campolattano, Tonino Razzano, Carlo Di Vico, Ciccio Troise, Gennaro Fischetti, Pino Ferraiuolo, Angelo Saputo, Tonino Izzo e tantissimi altri campioni che hanno lasciato un solco nei cuori di tifosi ed appassionati. Forte il ricordo, tracciato da compagni e dirigenti, di campioni come Incoronato, Di Giovannantonio, Pellegrino, Rea, Formicola. Applausi e aneddoti per Michele Ferraro e Saverio Sergio, i bomber che hanno infiammato il “Cappuccini”, oggi presenti nell’area tecnica della squadra. In più di un'occasione sia le "vecchie glorie" che il pubblico presente in sala hanno sottolineato l'importanza di figure come il mitico massaggiatore Geppino Vigliotta e il magazziniere Pasquale Tedesco che hanno lasciato un vuoto incolmabile. Verso la fine della serata arriva l’inattesa quanto gradita sorpresa: la telefonata in diretta di Enrico Fedele, oggi popolare opinionista televisivo, tra i più importanti procuratori sportivi a livello internazionale (Fabio Cannavaro il suo assistito più prestigioso). Fedele ha vestito la maglia della Maddalonese a metà degli anni ’60 e conserva ancora oggi un ricordo vivo quanto lucido, ricordando a memoria l’undici di cui faceva parte. Una serata-evento senza fuochi d’artificio ma allestita con tanta passione e raccontata solo da chi ha vissuto in prima persona la Maddalonese e la sua storia. Finale di “compleanno”, ovviamente, dedicato al presidente Verdicchio che con grande passione e sacrificio ha accettato la scommessa di riportare la maglia granata nel calcio che conta!».

Circa le tre foto del centenario, ovvero della serata del 15 dicembre 2019 esse sono fornite per gentile concessione dello Studio Fotografico “Cicchella” di Maddaloni, esse propongono di seguito la Maddalonese 2019/2020 con il sindaco De Filippo. Innocenzo Lombardi con lo storico presidente Raffaele Sabba. Sempre il Sindaco con il Presidente Maurizio Verdicchio.