Pepsi, questa strane giornate senza basket passate in attesa del prossimo nemico |
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Domenica 25 Maggio 2008 22:46 |
CASERTA - Un’altra domenica senza basket per i tifosi casertani. Un modo per tirare il fiato, per rilassarsi, perché si può andare al mare o in campagna senza trovare scuse, e stasera magari cinema, che c’è pure Gomorra da vedere. Ma nella testa c’è sempre la palla a spicchi, ci sono i giornali da leggere, i biglietti da acquistare, gli amici per strada da fermare per chiedere “Allora, tu che pensi?â€. La strana domenica dei casertani non potrà cancellare totalmente dalla testa questo nostro sport tanto bello quanto atroce per le emozioni che sa regalare. Il momento magico dei bianconeri darebbe voglia di giocare tutti i giorni, perché il ferro adesso è caldo, i sogni sono vividi, e solo la scaramanzia frena una piazza in fibrillazione. Però, se per un attimo facciamo prevalere il cervello sugli istinti, non possiamo che benedire i nove giorni di riposo agonistico che i ragazzi di Caputo potranno sfruttare prima della finale. Per provare a recuperare Tutt con la gradualità necessaria, per smaltire acido lattico, per concedere una tregua alla schiena malridotta di Ivan Gatto, per dare respiro ai terribili vecchietti come Childress, Frosini, Labella. Il morale è ovviamente altissimo, e la vittoria a Cremona è stato il mattoncino più prezioso nella costruzione di un fortino sempre più inespugnabile. Perché finora avevamo vinto quasi sempre in virtù di una superiorità tecnica rispetto agli avversari, perché tiriamo meglio, abbiamo più uomini, più protagonisti. Gara tre a Cremona ha dimostrato che la Juve vince anche quando i tiri da tre non entrano, anche quando gli avversari ci surclassano a rimbalzo, anche quando Childress gioca una partita appena sufficiente. Le chiavi di lettura della crescita Pepsi, quasi sempre avevano come risposta il Childress versione playoffs, percentuali di tiro mostruose, o una ritrovata compattezza nell’area colorata. Vincere senza nessuno di questi tre elementi, ci dà una quarta chiave di lettura, la più importante: la Juve vince perché si sente più forte, perché mette la partita sui binari preferiti, e sono gli avversari a doversi inventare la partita. Per questo abbiamo definito “bellissima†la vittoria decisiva contro la Vanoli, pur nella consapevolezza che non sia stata una partita per puristi dell’estetica. A prescindere dall’avversario che ci toccherà , sarà la Pepsi a dettare le condizioni del gioco, e dovranno essere gli altri a studiare contromosse adeguate per contrastare i bianconeri. Diciamo questo con un pizzico di presunzione, che scaturisce dalla maturazione tecnica e mentale della squadra in questi playoffs. Una squadra che ha saputo esprimere ad ogni gara un protagonista diverso, che ha sempre mantenuto il controllo dei ritmi e dell’inerzia (tranne alcuni fisiologici momenti), e che ha dato l’impressione, anche quando le avversarie scappavano, o rimontavano, che alla fine l’avremmo spuntata noi. E se questa sensazione l’abbiamo vissuta noi, con tutti i timori di un tifoso qualunque, provate ad immaginare come è la Juve vista da fuori, vista con gli occhi di un tifoso avversario; una squadra che può andare in difficoltà , ma che punisce al momento giusto, e con una cornice di pubblico che è unica in legadue. E non importa che contro Reggio Emilia e Jesi, in regular season le cose sono andate male; questi sono i playoffs, questa sarà la finale. Un altro sport, un’altra storia. Godiamoci questa domenica senza basket, e aspettiamo fiduciosi di scrivere l’ultimo capitolo. |