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Roma, reddito di salute: la posizione dell’Associazione Italiana della Specialistica Ambulatoriale PDF Stampa E-mail
Giovedì 26 Aprile 2018 07:34

ROMA - Un recente rapporto dell’Istituto Superiore Sanità ha tracciato il quadro della salute nelle regioni italiane evidenziando un fenomeno assai preoccupante: nell’area metropolitana di Napoli si vive 4 anni in meno rispetto al Nord e, come se non bastasse, gli ultimi anni di vita sono caratterizzati da sofferenza.

“Il gap Nord-Sud non è, dunque, solo economico ed occupazionale, - argomenta il professor Antonio Salvatore, Presidente dell’Associazione Italiana della Specialistica Ambulatoriale - ma anche e soprattutto di salute. L’inefficienza organizzativa dei servizi sanitari meridionali ed il disagio economico e sociale sono alla base della minore aspettativa di vita”.

Il professor Salvatore, a tal riguardo manifesta apprezzamento per la proposta avanzata dall’ex governatore della Regione Campania Stefano Caldoro che va proprio nella direzione di arginare tale fenomeno: il cosiddetto “reddito di salute”.

Una misura, entrando più nello specifico, che consentirebbe a 5 milioni di persone che vivono in condizioni di disagio di fruire di un percorso di cure e di prevenzione aggiuntive.

“La misura, per come concepita, - sottolinea il professor Salvatore - consentirebbe ai cittadini di indirizzare la propria domanda di salute verso sistemi efficienti che la Campania è in grado di esprimere, elidendo l’insano teorema, causa di inefficienza, secondo cui la pubblicità del servizio coincida con la statalità del soggetto erogatore”.

Giova ricordare che dopo anni di sacrifici dovuti al rientro dal disavanzo, la Regione Campania è in equilibrio “ma, nonostante ciò, - aggiunge l’esperto - le risorse assegnate al sistema privato accreditato (sistema pubblico a gestione privata) non sono state adeguate al fabbisogno effettivo dei cittadini”.

Lucida l’analisi del presidente dell’Aisa: “La patologica sottostima dei budget lede il diritto alla salute ed alimenta inappropriate migrazioni verso altre regioni; ben venga, dunque, una misura che consenta ai cittadini campani di poter scegliere, nel rispetto di precise indicazioni normative, il soggetto erogatore sia esso pubblico che privato accreditato”.