Caserta, "acqua diritto e non merce": accolta la petizione in Consiglio comunale Stampa
Sabato 30 Maggio 2009 06:54

CASERTA - Accolta la petizione per la modifica dello Statuto Comunale. Il Coordinamento delle Associazioni Casertane e il Comitato Acqua Pubblica esprimono grande soddisfazione per l’approvazione votata all’unanimità, nel Consiglio comunale del 28 maggio, della petizione da loro presentata.

L'iniziativa chiedeva una modifica dello Statuto stesso che riconoscesse il servizio idrico un servizio pubblico privo di rilevanza economica e in quanto tale gestibile con affidamento ad azienda speciale, nell’ambito di una campagna di contrasto all’art. 23 bis della legge n.133 del 6 agosto 2008.

Nei quattro anni trascorsi dall’odg del 7 giugno 2005, che impegnava già la precedente amministrazione a mettere in atto le scelte più opportune a contrastare la privatizzazione del Servizio idrico comunale, la diffusa mobilitazione sul territorio di associazioni e comitati da sempre aderenti al tenace popolo dell’acqua ottiene oggi un risultato importante, non solo per un percorso ancora lungo di affermazione del principio “acqua diritto e non merce”, ma anche per una rivitalizzazione di una dinamica di democrazia partecipata di cui nella nostra città si ha profondo bisogno.

Nella storia del Comune di Caserta è questa la prima volta che viene portata in assise e approvata una petizione popolare. Le dichiarazioni di voto favorevole in seno al Consiglio espresse dai consiglieri Marco Cerreto di AN - PdL e Antonio Dell’Aquila di Rc costituiscono una valida testimonianza che la difesa dell’acqua può rappresentare un impegno politico che va al di là delle appartenenze e posizioni partitiche.

Il Comitato Acqua Pubblica, il Coordinamento Associazioni Casertane e tutti i gruppi che hanno aderito all’iniziativa auspicano che, come sostenuto con decisione dal presidente del Consiglio Arturo Di Palo, l’atto di indirizzo che recepisce in pieno contenuti e spirito della petizione possa trovare la via più spedita per esplicitarsi nella prima Commissione preposta ai lavori di modifica dello Statuto.