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Caserta, Veltroni va via! Stellato: Aprire confronto serrato per un nuova anima PDF Stampa E-mail
Mercoledì 18 Febbraio 2009 11:46

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal consigliere regionale di Caserta Giuseppe Stellato.

CASERTA - “Le dimissioni di Veltroni aprono un dibattito serrato all’interno del Partito Democratico. Il processo di formazione e fusione di due culture, fino a qualche tempo fa antagoniste, non ha dato sino ad ora i frutti sperati, poiché non si è avuta la forza di superare la logica delle appartenenze.

L’unico tentativo possibile per rimettere in piedi il partito democratico adesso e consentirgli il recupero di un’autentica fisionomia riformista, legata al territorio ed alla soluzione dei suoi problemi è quella di ricostituire all’interno dello stesso un confronto aperto che consenta di dettare regole chiare di convivenza.

Nessuno poteva immaginare un percorso facile in quanto la sfida lanciata dal Pd era tutta tesa al superamento di schemi di una politica logora e molte volte disaccorta alle esigenze delle collettività. Evidentemente è mancato un idoneo livello di discussione, così come, molto probabilmente, il restringimento dei tempi di discussione non ha agevolato il processo formativo di un nuovo soggetto politico, quale il Pd voleva essere.

Bisogna allora partire dagli errori commessi per rilanciare la sfida dell’unità come valorizzazione dialettica. In molte circostanze, il dirigismo politico non ha agevolato la comprensione nei confronti degli elettori, auspicabile in un’operazione come quella ipotizzata.

Le dimissioni del Segretario Nazionale mettono a nudo i nervi scoperti di un centrosinistra estremamente litigioso ed incapace di individuare seri momenti di costruzione di classi dirigenti e di consensi allargati.

Mi sembra evidente che su tale decisione abbia giocato un ruolo rilevante l’esito delle consultazioni in Sardegna, che ha ulteriormente evidenziato momenti di criticità registrate invero, all’interno della “componente” di sinistra del Pd.

Non si è voluto considerare che all’interno del partito si potevano anche condurre lotte per l’individuazione di una leadership prevalente, ma solo a condizione che tutte le aree fossero ugualmente considerate e rappresentate, non solo nel momento elettorale e dei consensi ma anche in quello dell’elaborazione delle evidenze.

Se non si comprende questo meccanismo, un dibattito vero e un confronto aperto non potrà nemmeno avviarsi. E con esso un percorso virtuoso teso ad individuare le coordinate di una politica antiautoritaria e alle garanzie costituzionali per i cittadini.

E’ il caso di prendere lo spunto dalla sofferta valutazione dei fatti per dare vita anche qui a Caserta, ad una svolta che ponga al centro del dibattito la politica e le sue ragioni.

Allo stato non sono calcolabili le ricadute a livello locale anche perché tale vicenda viene ad affiancarsi ad altri specifici problemi che il territorio presenta: dalla possibile modifica delle leadership provinciali, alla costituzione di un equilibrato rapporto tra componente moderata e compente riformista del Pd di Terra di Lavoro”.