Caserta, il saggio uomo di fede e cultura che preferì la giustizia divina a quella terrena |
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Scritto da Michele Schioppa |
Martedì 14 Febbraio 2023 12:32 |
CASERTA - Quella che riporto non è una storia biografica nuova, bensì e la presentazione della storia di un sacerdote particolarmente importante[1] nel suo tempo per la Diocesi di Caserta: don Tommaso Laudando. La sua conoscenza, di là dalla fama, è nota perché in più di un’occasione richiamata, è oggi sostanzialmente riproposta, cercando di far tesoro delle diverse testimonianze, sulla base dei contributi che hanno consentito di conoscere la sua persona[2] e la integro con alcuni nuove fonti archivistiche e bibliografiche. L’opera più famosa di don Tommaso Laudando, del canonico[3] don Tommaso Laudando è sicuramente la storia “I Vescovi della diocesi di Caserta”[4] edita nel “Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta” dal 1923 al 1931. Questa importante storia diocesana fu scritta per la prima parte da Laudando mentre per la seconda, nello stesso Bollettino, fu redatta da mons. Vitaliano Rossetti. Il tutto è stato raccolto in un unico volume e pubblicato da Ilario Salvatore Valdelli nel “Quaderno” n. 3 del 1996 dell’Associazione della Biblioteca del Seminario di Caserta “Civitas Casertana”, stampata in Caserta nel 1996. Entrando nel vivo della conoscenza del canonico Tommaso Laudando è interessante la presentazione che ne fa Marcello Natale (allo stesso si rimanda per il virgolettato del presente contributo) che parla della sua “figura eccezionale di sacerdote, studioso e avvocato”[5]. Tommaso Laudando nasce a Caserta alle ore dieci del 20 maggio 1857[6] (come si evince dall’atto di nascita riportato al numero n. 175 del registro di nascita dello stato Civile di Caserta delle nascite del 1857 custodito presso l’Archivio di Stato di Caserta, fondo Stato Civile) da “don” Giovanni (ventitreenne di professione “proprietario”) e da “Donna” Clotilde Angelica Tourné. Alla nascita gli vengono assegnati i seguenti nomi: Tommaso, Maria, Salvatore, Alfredo, Michele, Francesco di Paola, Vincenzo. La casa Laudando è nell’allora via Vescovado n. 28 oggi via Generale Pollio. A distanza di due giorni dalla nascita lo troviamo al fonte battesimale della chiesa Cattedrale di San Michele Arcangelo e diventare cristiano con il sacramento del battesimo celebrato dal canonico don Gaetano de Peruta. Poche sono le notizie che ci giungono della mamma Clotilde Angelica mentre più ricche sono quelle del ramo familiare paterno. Il papà Giovanni (1833-1912), nato dal cavaliere (titolo che si apprende dall’atto di nascita del nipote sacerdote)[7] “don” Tommaso (morto nel 1874) e da Orsola Ciaramella (morta nel 1869) fu l’unico della famiglia a mettere su famiglia[8]. Sempre del padre Giovanni sappiamo che “sedeva sui banchi del consiglio comunale ed era intenzionato a seguire le orme del padre Tommaso Laudando[9], famoso notaio, già sindaco di Caserta dal 1848 al 1853, nonché deputato “per parte” del real ministero agli affari ecclesiastici per la costruzione della nuova chiesa, del seminario e dell’episcopio, quando nacque il primogenito maschio a cui fu dato il nome del celebre nonno”[10]. Dunque, Tommaso nasce come primogenito nella famiglia Laudando, ovvero in una di quelle in vista della città di Caserta e la sua persona era destinata a proseguire una gloriosa storia familiare[11]. Come da previsione e come da “investitura” Tommaso doveva essere formato alla sequela dell’omonimo nonno e del padre Giovanni avviato in famiglia e con gli studi alla carriera forense[12] e del resto “fino a quarant’anni fu un valente professionista, poi la sua vita cambiò improvvisamente perché la vocazione lo spinse ad indossare l’abito e a farsi prete, lui unico maschio di una illustre famiglia casertana”. Quarantaquattrenne sentita la vocazione sacerdotale, dopo avere “già conquistato come avvocato stima e fiducia, contravvenendo a ogni disegno, butto la toga ed entrò in seminario”[13]. Vista l’età, probabilmente la carriera accademica e le doti derivate dalla professione, il percorso di studi e la carriera ecclesiastica fu più veloce del solito così da bruciare qualche tappa. Sappiamo che ricevette la tonsura il 21 settembre 1901, e fu esentato dalle “interstitia” così da giungere all’ordinazione diaconale il 21 giugno 1902. L’ordinazione sacerdotale arrivò a breve il 20 settembre 1902. Nel giro di qualche anno fu ammesso nel capitolo dei canonici della chiesa cattedrale di Caserta come si evince dalla sovrana determinazione del 31 agosto 1911 (Bollettino Ufficiale del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti, volume trentunesimo, anno 1911, edito in Milano 1912) in cui si riporta che “è stata autorizzata la concessione del R. Placet alla Bolla Vescovile, con la quale il sac. Tommaso Laudando è stato nominato al canonicato semplice sotto il titolo di S. Maria di Costantinopoli nel Capitolo Cattedrale di Caserta”. Dello stesso Capitolo Cattedrale Laudando diventerà primicerio il 14 settembre 1927 e lo sarà fino alla morte[14]. Don Tommaso fece parte di diverse commissioni sinodali e per prestigio e competenze venne nominato il 3 marzo 1905 Cancelliere vescovile alla cui figura è affidata anche la cura dell’Archivio diocesano. Archivio che necessitava di riordino, anche per i continui spostamenti della serie vescovile. Il riordino fu eseguito dallo stesso Laudando che nel procedere alla sistemazione dei carteggi, e non mera conservazione, cercò anche di organizzarlo e conoscerne le memorie conservate e in quest’attività nacque l’idea della stesura della storia dei vescovi della Diocesi di Caserta e non solo. Il frutto del suo lavoro fu dato alle stampe “ con pubblicazioni a carattere storico ed artistico”. Come già accennato sicuramente la “Storia dei vescovi della diocesi di Caserta” fu lo studio più prezioso e poté vedere la luce sul Bollettino Ufficiale della diocesi” di Caserta, di cui Laudando era un assiduo collaboratore. “Una monumentale opera a dispense che vide la luce già nel primo numero del Bollettino” Fin dal gennaio del 1923 e fino al 1931 allorquando morì, l’opera proseguì per altre 54 puntate, che spesso usciva in modo non continuativo a causa del cattivo stato di salute del sacerdote. L’opera, rimasta incompiuta con l’inizio dell’episcopato di mons. Mandina[15] fu ripresa da don Vitaliano Rossetti a distanza di un anno dalla morte di Laudando e terminata nel 1939, sempre sul Bollettino diocesano. Restano in parte sconosciuti i documenti che Laudando si riproponeva di pubblicare in appendice dell’opera completa. Si consideri, infatti, che oltre alla sistematica conoscenza e disponibilità dell’Archivio Diocesano il canonico Laudando aveva anche altre consultazioni documentali a disposizioni, a iniziare dall’archivio della famiglia Alois grazie al parentato della sorella che aveva convolato a nozze con Pietro Alois di Sommana. Al di là della storia dei vescovi della Diocesi “si occupò del duomo di Casertavecchia, descrisse le vicende storiche e illustro i capolavori conservati nella chiesa. Il lavoro (Caserta, 1927), frutto di un”attenta ricerca, portata avanti con metodo sicuro e rigoroso, è considerato un’opera fondamentale per la conoscenza dell’insigne monumento, anche perche la descrizione è fatta prima che venissero eseguiti gli interventi di restauro del Chierici e del Pane: l’interno ancora con le decorazioni barocche, le cappelle e gli altari laterali”. Oltre alla Storia dei Vescovi (1923-1931) e al citato libro “La Cattedrale di Casertavecchia, memorie e osservazioni” (Caserta 1927)[16], sempre nel Bollettino diocesano pubblico nel gennaio 1925 uno studio sul “Culto di S. Sebastiano in Caserta” mentre di altri studi avviati si sono perse le tracce. Nel nota biografico del volume di Valdelli si legge, a tal proposito, “rimane la notizia riguardante una monografia, appena abbozzata, sulla antica Congrega del SS. Rosario di Caserta, a cui lo stesso Laudando apparteneva e a cui era legato da sinceri vincoli di affetto e di devozione”. Un richiamo a questo legame lo offre nella sua ricostruzione biografica anche Marcello Natale che riferisce: “Sul letto di morte dettò le ultime disposizioni in favore della congrega del SS. Rosario di Caserta, di cui era confratello da oltre cinquant’anni: seicento lire per gli arredi e per i restauri della chiesa, un pezzo di stoffa di seta, broccato di Spagna, per fare una pianeta corrispondente al paliotto dell’altare, donato dalla regina Maria Amalia moglie di Carlo III. In ultimo annotò l”ultima sua preoccupazione, rimasta “nel cassetto” a causa della lunga malattia: “certe carte antiche riguardanti la suddetta congrega conservate per una monografia che cominciai a scrivere e che poi non seguitai””. Il canonico Tommaso Laudando fu eletto in rappresentanza della Diocesi di Caserta nel Consiglio Regionale delle Missioni, sorto dopo l’organizzazione da parte del vescovo Moriondo, a Caserta nella primavera del 1923, del Convegno dei delegati diocesani campani dell’Unione Missionaria del Clero, svolto nella Cappella del Seminario[17]. Nel 1924, dopo il Congresso per le Missioni svolto dal 25 al 28 settembre 1924, presso l’Istituto Salesiano di Caserta, avente tra gli ospiti anche Mons. Angelo Roncalli, Presidente del Consiglio Nazionale per l’Opera della propagazione della Fede, poi sul soglio pontificio con il nome di Giovanni XXIII, il Vescovo Moriondo nomina il Consiglio Diocesano per le opere Missionarie, presieduto dal canonico don Tommaso Laudando, la cui prima riunione si terrà l’8 novembre dello stesso anno[18]. Nel giugno 1926 si replico il Convegno Missionario nella Cappella del Seminario e indicarono le linee da osservarsi a cura delle parrocchie i canonici Laudando, Guerriero e Mingione[19]. Il Canonico Tommaso Laudando nasce al Cielo il 12 giugno 1931 nella stessa casa paterna che gli diede i natali e dopo il funerale i suoi resti mortali furono sepolti nella cappella dei canonici del Cimitero di Caserta e una lastra marmorea ne tesse le lodi e la sua eccezionale personalità sacerdotale e di studioso della Diocesi di Caserta. La morte sconvolse tutti e si fece in tempo, per il numero di giugno 1931 del Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta (Anno IX, Giugno 1931, n. 6 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni) ad inserire l’elogio funebre alla pagina 72. Ecco il testo: “ IN MEMORIAM Dopo lunga malattia, sopportata con esemplare rassegnazione, il giorno 12 corrente si spegneva Mons. Tommaso Laudando Primicerio del Capitolo Cattedrale. Unico rampollo di una delle più distinte famiglie Casertane, mentre pareva che dovesse lusingarlo il compito di far rifulgere di nuova luce lo storico casato, egli rinunzia all’esercizio della professione di Avvocato, per entrare, all’età di oltre 40 anni, nel Clero Diocesano. Come abbia corrisposto alla divina chiamata, lo sappiamo tutti. Godette la stima e la fiducia dei diverso Pastori, che si succedettero sulla Cattedra della nostra Diocesi. La sua parola fu sempre ascoltata con deferenza, il suo consiglio venne sempre assai apprezzato. Fece parte di varie Commissioni Sinodali, tenne per diversi anni l’ufficio di Cancelliere Vescovile, ma si occupò in maniera speciale dei nostri monumenti. Del suo amore per l’arte e per la storia ci lascia documenti irrefragabili nella pregevolissima pubblicazione intorno al Duomo di Casertavecchia, e in quella parte della Storia della nostra Diocesi, che ha vista la luce sul Bollettino e che purtroppo rimane incompiuta. Per i suoi meriti fu nominato, in seguito,a commendatizia di S. E. Mons. Moriondo, Prelato Domestico di S. S. Pio XI. Fu collaboratore assiduo del Bollettino, e la sua dipartita lascia nelle nostre fila un vuoto incolmabile. All’amico diletto l’omaggio delle più calde lagrime, il tributo delle più fervide preghiere. R.I.P. Caserta – Ditta Cav. Francesco Russo”. Nel corso già del primo ventennio sacerdotale del canonico Laudando tanti furono i riconoscimenti come la nominato a prelato domestico di S.S. Pio XI il 19 settembre 1927 del “Monsig. Tommaso Laudando, della diocesi di Caserta” come si evince dal volume degli Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale AAS 19 (1927) e ancora la citata nomina a primicerio del capitolo cattedrale il 24 settembre 1927. Ecco il testo della lapide sepolcrale: “Hic in pace quiescit / Thomas Laudando / genere insignis / primicerii et antistitis urbani dignitate decoratus / annum agens quadragesimum quartum / forum reliquit ac sacrae militiae adscribi voluit / sacerdotio initiatus / multa dedit virtutis documenta / rerum historicarum cultor eximius / de vetere cathedrali ac de episcopis dioeceseos / subtiliter politeque scripsit / episcopalis cancellarii munere fungens / sapientia consilio / bene de omnibus meritus est / natus XI KAL. IUN. MDCCCLVII / Obiit pridie idus iunii A.R.S. MCMXXXI”[20]. ![]() [1] Don Tommaso Laudando lo ritroviamo nel volume “Il Giubileo sacerdotale del S. P. LEONE XIII” in “Periodico Mensuale” organo della commissione promotrice dei Comitati Nazionali, Diocesani, ecc. , Volume Uno, BOLOGNA, Centro di Redazione e di amministrazione 1885. Infatti, qui troviamo da pagina 453 la Commissione promotrice per aree territoriali e Laudando è tra i soci cooperatori in rappresentanza della Diocesi di Caserta. L’elenco della commissione è tra la colonna 454 e 455 del Bollettino. La si riporta, così come scritta, per sottolineare il riferimento a Laudando come avvocato e quindi a dimostrazione del suo legame alla Chiesa di Caserta e al suo Vescovo: “Diocesi di Caserta / Canonico Raffaele Quagliozzi / Avv. Tommaso Laudando / Missionario Francesco Ottaviano / Canonico Gaetano Canfora / Sacerdote Domenico Carfora”. Nella colonna n.419 del Bollettino le iniziative diocesane e con atto del Vescovo Enrico de’ Rossi del 3 febbraio 1886 si indica come socio corrispondente della Commissione per la Diocesi di Caserta il R.mo Raffaele Michitto Canonico del Capitolo Cattedrale. [2] In particolare si fa riferimento alla nota biografica nel volume “Quaderno” n. 3 del 1996 dell’Associazione della Biblioteca del Seminario di Caserta “Civitas Casertana”, a cura di Ilario Salvatore Valdelli, Caserta 1996 (comprensivo di albero genealogico) e alla nota biografica scritta dallo storico prof. Marcello Natale dal titolo “La figura del canonico Tommaso Laudando” in “Annuario Seminario Vescovile di Caserta”, anno 1996, Caserta 1996 pagg. 19 e 20. [3] Nel Bollettino Ufficiale del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti, Volume trentaduesimo, anno 1911, Tipografia Elzeviriana, Roma – Francesco Marcolli & C. – Milano, 1912, alla pagina 449 si legge la sovrana determinazione del 3 agosto 1911 che autorizza con concessione di placet affinché il sacerdote Tommaso Laudando è stato nominato canonico semplice sotto il titolo di Santa Maria di Costantinopoli del Capitolo Cattedrale di Caserta. [4] Precedentemente a questa importante raccolta ed edizione dei fascicoli della storia dei vescovi diocesani. a cura di Valdelli, ricorda Marcello Natale ricorda che “Solo una sintesi fu data alle stampe nel 1953: il Catalogo dei Vescovi casertani, a cura del vescovo B. Mangino, seguita nel 1984 da una nuova edizione riveduta e corretta: la Cronologia dei Vescovi casertani., a cura del vescovo V. Roberti”. [5] Tommaso Laudando lo troviamo nell’elenco dei “Procuratori presso la Corte d’appello e il Tribunale civile e penale di Napoli”, Annuario del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti Anno 1895, Roma Stamperia Reale D. Ripamonti, 1895, pagina 162. [6] Negli studi biografici citati si riferisce la nascita il giorno 22 e nello stesso giorno il battesimo. Credo che l’errore possa essere stato indotto dalla epigrafe mortuaria in cui si richiama la XI kǎlenda di giugno del 1857.ÂÂ Al tempo, considerato l’usanza di battezzare i bambini appena nati e visto dai registri parrocchiali il battesimo, si sarà concluso che la nascita sia avvenuta il 22 e non il 20. In effetti, come si è appurato dal registro delle nascite il 22 è avvenuta la dichiarazione della nascita registrata dal sindaco Michele Leonetti, mentre la nascita è del giorno venti alle ore 10. Lateralmente all’atto di nascita si registra la dichiarazione (con dichiarazione del 23 maggio 1857) il conferimento del battesimo in data 22 maggio 1857. Tale dato è emerso dalla mia consueta ricerca delle fonti anagrafiche (disponibilità all’accesso e documenti permettendo) e da qui la lettura della pagina 88 del registro di nascite dell’anno ha consentito di evidenziare questa informazione. Colgo l’occasione per ringraziare l’amico e studioso Antonio Casertano che mi ha gentilmente fornito l’accesso a copia dell’atto per le consuete verifiche. [7] Tale titolo don Tommaso Laudando nonno lo ha ottenuto nell’anno 1850 come si evince a pagina 442 dell’elenco dei nominati in base all’anno dal libro “Almanacco del Regno delle Due Sicilie per l’anno 1857” edito dalla Stamperia Reale in Napoli e conservato presso la University of Illinois at Urbana-Champaign. [8] La sorella Angela (183? - 1905) morta nubile, il fratello Francesco (1828-1926) celibe e l’altra sorellina Angela morì bambina. Il padre Tommaso era figlio di Francesco e della baronessa Caterica Cecco morta nel 1848. Tommaso aveva atri tre fratelli: Amalia sposata con Giuseppe Pirolo, Raffaella morta bambina e Giovanni (17??- 1877) morto celibe. [9] Nell’Almanacco Reale del Regno delle Due Sicilie del 1840 (edito in Napoli dalla Stamperia Reale), conservato presso la Biblioteca Nazionale austriaca, a pagina 593, capitolo XV della Pubblica beneficienza, per la Provincia di Terra di Lavoro troviamo quale presidente l’Intendente di Terra di Lavoro, suo vice il Vescovo di Caserta e tre consiglieri più un segretario i tre consiglieri sono D. Giovanni Paolillo, D. Vincenzo Maria de Caprio, D. Tommaso Laudando mentre il segretario è D. Clemente Settembrini. Nello stesso volume, tra le pagine 368 e 369 troviamo anche Giovanni Laudando nell’ambito dell’Amministrazione dei fondi e delle rendite della Casse nelle province, e Giovanni Laudando interessato per la Provincia di Terra di Lavoro. L’Almanacco del 1841 ripropone la stessa situazione sia per Tommaso (pag 611) che Giovanni (pag. 378). Sempre in relazione a al nonno Tommaso Laudando, sfogliando la testata “Notizie Interne estratte dal giornale del Regno delle Due Sicilie dal 23 al 31 marzo” Anno 1856, n- 13, a pagina 45 si legge che il 18 marzo 1856 “S. M. il Re N. S. con Reali Decreti del 10 marzo si è degnato nominare per la sessione del corrente anno : …. Al Consiglio Provinciale di Terra di Lavoro – Cav. D. Tommaso Laudando per Caserta, Cav. D. Alessandro Carotenuto per Aversa, D. Francesco Corsi per Saviano, D. Francesco Saverio La Mura per Nola, e D. Giovanni Tarcagnota per Mondragone, in luogo di D. Biagio Santoro, D. Domenico de Lucia, D. Giuseppe de Luca, D. Giuseppe del Cappellano e Barone D. Paolo Gattolo. [10] Così Alberto Zaza d’Aulisio descrive l’omonimo nonno del sacerdote:ÂÂ “Sindaco di Caserta dal 1848 al 1853. Affermato Notaio casertano. Fu, tra l’altro, Deputato delle Opere pubbliche provinciali, soprintendente dell’Educandato di beneficenza, componente della Giunta di Rimonta, Amministratore del Real Convitto di San Nicola la Strada”. Alberto Zaza d’Aulisio, Caserta e le sue strade, Quaderni dei Servizi Demografici del Comune di Caserta, Caserta 2003, pag. 67. Dagli “Annali Civili del Regno delle Due Sicilie”, Volume LXV Gennaio, Febbraio Marzo e Aprile 1859, stampato in Napoli presso lo stabilimento tipografico Reale del Ministero dell’Interno (nel reale albergo de’ poveri) nel 1859, si legge dalle pagine 155 a 157 delle disposizioni inerenti l’“Orfanotrofio della Madonna delle Grazie in San Nicola alla Strada” che con disposizione a firma Stanislao d’Aloe riferisce che “l’amministrazione del pio luogo è affidata all’egregio e zelante cav. Tommaso Laudando, nella qualità di sopraintendente, il quale unicamente al canonico D. Giovanni Ruffo ed alla Madre superiora delle Suore della Carità. Risolvono gli affari sotto suprema vigilanza dell’Intendente della Provincia”. [11] Oltre a Tommaso nato nel 1857 e poi morto nel 1931, da Giovanni Laudando e da Clotilde Angelica Tourné nacquero Alfonso morto bambino nel 1859, Maria morta nubile nel 1897, Anna sposata con Simone Re, Francesco morto bambino e un altro fratello omonimo, Francesco anch’esso morto bambino. Altra sorella, di cui è noto lo sviluppo della casata è Orsola (1865 – 1947) che sposerà Pietro Alois. [12] Lo troviamo come procuratore nel “Calendario Generale del Regno” Anno IX Edizione 1894, parte seconda, Roma 1894, nel Circondario di Napoli alla pagina 1801. Troviamo ancora il nostro don Tommaso Laudando, ancora nei panni di avvocato nell’elenco del “Procuratori presso la Corte d'appello e il Tribunale civile e correzionale di Napoli” alla pagina 397 dell’Annuario del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti del 1885, edito in Roma dalla Stamperia Reale D. Ripamonti nel 1895. È interessante rilevare che dall’ “Annuario d'Italia Guida generale del Regno per l’anno 1899” edito da Bontempelli in Roma nel 1899, alla pagina 2062 per la Provincia di Napoli tra i procuratori, unico con questo nome, vi è Tommaso Laudando con domicilio in via Toledo 406. Avendo riscontrato anche nelle altre guide l’univocità del nome del nostro avvocato poi sacerdote, ne diviene che lo stesso avesse sede con lo studio anche a Napoli. [13] Marcello Natale sottolinea come “la rinuncia, nata in età matura, causò molti disappunti tra i parenti, che in lui confidavano nel rinnovare il prestigio del casato, già onorato con un matrimonio altolocato di sua sorella Orsola con Pietro Alois di Casertavecchia, discendente di un'altra distinta famiglia locale”. [14]ÂÂ A Pagina 65 del Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta del giugno 1931 (Anno IX, Giugno 1931, n. 6 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni), tra le comunicazioni della Curia vescovile troviamo al punto 3 “Concorso a Primicerio della Cattedrale – In seguito al decesso del compianto Mons. Tommaso Laudando, rimane cavante il Primicerio del Capitolo Cattedrale. Il beneficio, a norma del Codice, è riservato alla S. Sede e per conseguenza i Sacerdoti della Diocesi possono presentare domanda al Vescovo nel termine di un mese dalla vacanza, ossia al 10 p.v.”. Successivamente alla pagina 86 del Bollettino di agosto Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta del giugno 1931 (Anno IX, Agosto 1931, n. 8 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni) al punto 1 delle Comunicazioni della Curia si apprende la nuova nomina: “Il Can. Dott. Ottore Pannone è stato nominato dalla S. Sede Primicerio del Capitolo Cattedrale ed è stato immesso nel canonico possesso da Mons. Vicario Generale”. Sempre in relazione al nuovo primicerio a pagina 32 del Bollettino ufficiale di Marzo 1931 (Anno X, Marzo 1932, n. 3 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni) si apprende della nomina pontificia “al Primicerio della Cattedrale Mons. Ottore Pannone”: “Con Breve in data 16 febbraio p.p. il S. Padre si degnava di annoverare fra i Suoi Prelati Domestici il Primicerio della nostra Cattedrale, Mons. Dott. Ottore Pannone. L’alta onorificenza pontificia, ch’è premio, ben meritato, alla multiforme attività e allo zelo di Mons. Pannone, non può non riuscire di vera soddisfazione al Capitolo, al Clero e al laicato della Diocesi. A S. E. Mons. Vescovo i più devoti omaggi per il suo interessamento. Al nuovo Prelato, Mons. Pannone, insieme con i più vivi rallegramenti, i più fervidi auguri della Redazione”. [15] Marcello Natale: “Per ben otto anni illustrò le figure dei pastori della diocesi e il contesto storico di riferimento, arricchendo il testo con accurate citazioni di fonti d’archivio e solo poche volte saltò l’appuntamento mensile. Partendo dal periodo di Galazia, prima dell’anno Mille, presentò ben 41 vescovi casertani da S. Augusto sino a Benedetto Mandina, cioè quasi tutta la serie dei vescovi che ebbero la sede a Casertavecchia”. [16] L’opera è spesso citata per ricchezza di contributi, a titolo esemplificativo si cita Pietro Di Lorenzo, “Gli strumento musicali nelle opere d’arte in Terra di Lavoro: il primo Rinascimento” in “Rivista di Terra di Lavoro – Bollettino on-line dell’Archivio di Stato di Caserta, Anno III, n. 2, ottobre 2008, pagg. 23-38;ÂÂ Anna Maria Noto, “Dal Principe al Re. Lo “stato” di Caserta da feudo a Villa Reale (secc. XVI-XVIII), Ministero per iBeni e le Attività Culturali, Direzione Generale per gli archivi, Roma 2012. Non si ripropongono le citazioni sulla storia dei vescovi essendo molte e il cui elenco è in continua evoluzione. [17] Olindo Isernia, “L’Episcopato di Natale Gabriele Moriondo (1922-1943) Attraverso il Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta”, Caserta 2004, pag. 33, 107, 108. Cfr. Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno I (1923) n. 5 pag. 12; Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno I (1923) n. 6 pag. 19. [18] Altri componenti del Consiglio Diocesano per le opere missionarie sono: canonico don Eligio Cianciola, don Clemente Papa, don Nicola Gentile, don Vitaliano Rossetti, don Domenico Mingione, don Antonio Merola, don Gaetano Sapone, don Pasquale Acconcia, don Michele Della Valle e dai laici Pietrantonio de Franciscis e Agostino Ciontoli. Cfr. Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno II (1924) n. 10 pag. 7-16; Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno II (1924) n. 11 pag. 5-6, 9-11. [19] Cfr. Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno VI (1926) n. 6 pag. 23-25. [20] Dalla lapide in sostanza si apprende che ivi Riposa in pace Tommaso Laudando che si è distinto per il suo genere, è stato decorato con la dignità del primo e più importante della città nel suo quarantaquattresimo anno. Lasciò il foro e volle arruolarsi nell’esercito sacro e dunque fu iniziato al sacerdozio. Nel corso della vita ha dato molte prove di virtù, dimostrando di essere un grande studioso e conoscitore di eventi storici dell’antica cattedrale e dei vescovi diocesani. Inoltre, scriveva con precisione e gentilezza e in qualità di cancelliere episcopale ha esercitato il ministero con saggezza nella pianificazione ed è stato ben apprezzato meritando giustamente tutte le cose che gli sono state riconosciute. Quella che riporto non è una storia biografica nuova, bensì e la presentazione della storia di un sacerdote particolarmente importante[1] nel suo tempo per la Diocesi di Caserta: don Tommaso Laudando. La sua conoscenza, al di là della fama, è nota perché in più di una occasione richiamata è oggi sostanzialmente riproposta, cercando di far tesoro delle diverse testimonianze, sulla base dei contributi che hanno consentito di conoscere la sua persona[2] e la integro con alcuni nuove fonti archivistiche e bibliografiche. L’opera più famosa di don Tommaso Laudando, del canonico[3] don Tommaso Laudando è sicuramente la storia “I Vescovi della diocesi di Caserta”[4] edita nel “Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta” dal 1923 al 1931. Questa importante storia diocesana fu scritta per la prima parte da Laudando mentre per la seconda, nello stesso Bollettino, fu redatta da mons. Vitaliano Rossetti. Il tutto è stato raccolto in un unico volume e pubblicato da Ilario Salvatore Valdelli nel “Quaderno” n. 3 del 1996 dell’Associazione della Biblioteca del Seminario di Caserta “Civitas Casertana”, stampata in Caserta nel 1996. Entrando nel vivo della conoscenza del canonico Tommaso Laudando è interessante la presentazione che ne fa Marcello Natale (allo stesso si rimanda per il virgolettato del presente contributo) che parla della sua “figura eccezionale di sacerdote, studioso e avvocato”[5]. Tommaso Laudando nasce a Caserta alle ore dieci del 20 maggio 1857[6] (come si evince dall’atto di nascita riportato al numero n. 175 del registro di nascita dello stato Civile di Caserta delle nascite del 1857 custodito presso l’Archivio di Stato di Caserta, fondo Stato Civile) da Giovanni (ventitreenne di professione “proprietario”) e da “Donna” Clotilde Angelica Tourné. Alla nascita gli vengono assegnati i seguenti nomi: Tommaso, Maria, Salvatore, Alfredo, Michele, Francesco di Paola, Vincenzo. La casa Laudando è nell’allora via Vescovado n. 28 oggi via Generale Pollio. A distanza di due giorni dalla nascita lo troviamo al fonte battesimale della chiesa Cattedrale di San Michele Arcangelo e diventare cristiano con il sacramento del battesimo celebrato dal canonico don Gaetano de Peruta. Poche sono le notizie che ci giungono della mamma Clotilde Angelica mentre più ricche sono quelle del ramo familiare paterno. Il papà Giovanni (1833-1912), nato dal cavaliere (titolo che si apprende dall’atto di nascita del nipote sacerdote) “don” Tommaso (morto nel 1874) e da Orsola Ciaramella (morta nel 1869) fu l’unico della famiglia a mettere su famiglia[7]. Sempre del padre Giovanni sappiamo che “sedeva sui banchi del consiglio comunale ed era intenzionato a seguire le orme del padre Tommaso Laudando, famoso notaio, già sindaco di Caserta dal 1848 al 1853, nonché deputato “per parte” del real ministero agli affari ecclesiastici per la costruzione della nuova chiesa, del seminario e dell’episcopio, quando nacque il primogenito maschio a cui fu dato il nome del celebre nonno”[8]. Dunque Tommaso nasce, come primogenito nella famiglia Laudando, ovvero in una di quelle in vista della città di Caserta e la sua persona era destinata a proseguire una gloriosa storia familiare[9]. Come da previsione e come da “investitura” Tommaso doveva essere formato alla sequela dell’omonimo nonno e del padre Giovanni avviato in famiglia e con gli studi alla carriera forense e del resto “fino a quarant’anni fu un valente professionista, poi la sua vita cambiò improvvisamente perché la vocazione lo spinse ad indossare l’abito e a farsi prete, lui unico maschio di una illustre famiglia casertana”. Quarantaquattrenne sentita la vocazione sacerdotale, dopo avere “già conquistato come avvocato stima e fiducia, contravvenendo ad ogni disegno, butto la toga ed entrò in seminario”[10]. Vista l’età, probabilmente la carriera accademica e le doti derivate dalla professione, il percorso di studi e la carriera ecclesiastica fu più veloce del solito così da bruciare qualche tappa. Sappiamo che ricevette la tonsura il 21 settembre 1901, e fu esentato dalle “interstitia” così da giungere all’ordinazione diaconale il 21 giugno 1902. L’ordinazione sacerdotale arrivò a breve il 20 settembre 1902. Nel giro di qualche anno fu ammesso nel capitolo dei canonici della chiesa cattedrale di Caserta come si evince dalla sovrana determinazione del 31 agosto 1911 (Bollettino Ufficiale del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti, volume trentunesimo, anno 1911, edito in Milano 1912) in cui si riporta che “è stata autorizzata la concessione del R. Placet alla Bolla Vescovile, con la quale il sac. Tommaso Laudando è stato nominato al canonicato semplice sotto il titolo di S. Maria di Costantinopoli nel Capitolo Cattedrale di Caserta”. Dello stesso Capitolo Cattedrale Laudando diventerà primicerio il 14 settembre 1927 e lo sarà fino alla morte[11]. Don Tommaso fece parte di diverse commissioni sinodali e per prestigio e competenze venne nominato il 3 marzo 1905 Cancelliere vescovile alla cui figura è affidata anche la cura dell’Archivio diocesano. Archivio che necessitava di riordino, anche per i continui spostamenti della serie vescovile. Il riordino fu eseguito dallo stesso Laudando che nel procedere alla sistemazione dei carteggi, e non mera conservazione, cercò anche di organizzarlo e conoscerne le memorie conservate e in quest’attività nacque l’idea della stesura della storia dei vescovi della Diocesi di Caserta e non solo. Il frutto del suo lavoro fu dato alle stampe “ con pubblicazioni a carattere storico ed artistico”. Come già accennato sicuramente la “Storia dei vescovi della diocesi di Caserta” fu lo studio più prezioso e poté vedere la luce sul Bollettino Ufficiale della diocesi” di Caserta, di cui Laudando era un assiduo collaboratore. “Una monumentale opera a dispense che vide la luce già nel primo numero del Bollettino” Fin dal gennaio del 1923 e fino al 1931 allorquando morì, l’opera proseguì per altre 54 puntate, che spesso usciva in modo non continuativo a causa del cattivo stato di salute del sacerdote. L’opera, rimasta incompiuta con l’inizio dell’episcopato di mons. Mandina[12] fu ripresa da don Vitaliano Rossetti a distanza di un anno dalla morte di Laudando e terminata nel 1939, sempre sul Bollettino diocesano. Restano in parte sconosciuti i documenti che Laudando si riproponeva di pubblicare in appendice dell’opera completa. Si consideri, infatti, che oltre alla sistematica conoscenza e disponibilità dell’Archivio Diocesano il canonico Laudando aveva anche altre consultazioni documentali a disposizioni, ad iniziare dall’archivio della famiglia Alois grazie al parentato della sorella che aveva convolato a nozze con Pietro Alois di Sommana. Al di là della storia dei vescovi della Diocesi “si occupò del duomo di Casertavecchia, descrisse le vicende storiche e illustro i capolavori conservati nella chiesa. Il lavoro (Caserta, 1927), frutto di un”attenta ricerca, portata avanti con metodo sicuro e rigoroso, è considerato un’opera fondamentale per la conoscenza dell’insigne monumento, anche perche la descrizione è fatta prima che venissero eseguiti gli interventi di restauro del Chierici e del Pane: l’interno ancora con le decorazioni barocche, le cappelle e gli altari laterali”. Oltre alla Storia dei Vescovi (1923-1931) e al citato libro “La Cattedrale di Casertavecchia, memorie e osservazioni” (Caserta 1927)[13], sempre nel Bollettino diocesano pubblico nel gennaio 1925 uno studio sul “Culto di S. Sebastiano in Caserta” mentre di altri studi avviati si sono perse le tracce. Nel nota biografico del volume di Valdelli si legge, a tal proposito, “rimane la notizia riguardante una monografia, appena abbozzata, sulla antica Congrega del SS. Rosario di Caserta, a cui lo stesso Laudando apparteneva e a cui era legato da sinceri vincoli di affetto e di devozione”. Un richiamo a questo legame lo offre nella sua ricostruzione biografica anche Marcello Natale che riferisce: “Sul letto di morte dettò le ultime disposizioni in favore della congrega del SS. Rosario di Caserta, di cui era confratello da oltre cinquant’anni: seicento lire per gli arredi e per i restauri della chiesa, un pezzo di stoffa di seta, broccato di Spagna, per fare una pianeta corrispondente al paliotto dell’altare, donato dalla regina Maria Amalia moglie di Carlo III. In ultimo annotò l”ultima sua preoccupazione, rimasta “nel cassetto” a causa della lunga malattia: “certe carte antiche riguardanti la suddetta congrega conservate per una monografia che cominciai a scrivere e che poi non seguitai””. Il canonico Tommaso Laudando fu eletto in rappresentanza della Diocesi di Caserta nel Consiglio Regionale delle Missioni, sorto dopo l’organizzazione da parte del vescovo Moriondo, a Caserta nella primavera del 1923, del Convegno dei delegati diocesani campani dell’Unione Missionaria del Clero, svolto nella Cappella del Seminario[14]. Nel 1924, dopo il Congresso per le Missioni svolto dal 25 al 28 settembre 1924, presso l’Istituto Salesiano di Caserta, avente tra gli ospiti anche Mons. Angelo Roncalli, Presidente del Consiglio Nazionale per l’Opera della propagazione della Fede, poi sul soglio pontificio con il nome di Giovanni XXIII, il Vescovo Moriondo nomina il Consiglio Diocesano per le opere Missionarie, presieduto dal canonico don Tommaso Laudando, la cui prima riunione si terrà l’8 novembre dello stesso anno[15]. Nel giugno 1926 si replico il Convegno Missionario nella Cappella del Seminario e indicarono le linee da osservarsi a cura delle parrocchie i canonici Laudando, Guerriero e Mingione[16]. Il Canonico Tommaso Laudando nasce al Cielo il 12 giugno 1931 nella stessa casa paterna che gli diede i natali e dopo il funerale i suoi resti mortali furono sepolti nella cappella dei canonici del Cimitero di Caserta e una lastra marmorea ne tesse le lodi e la sua eccezionale personalità sacerdotale e di studioso della Diocesi di Caserta. La morte sconvolse tutti e si fece in tempo, per il numero di giugno 1931 del Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta (Anno IX, Giugno 1931, n. 6 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni) ad inserire l’elogio funebre alla pagina 72. Ecco il testo: “ IN MEMORIAM Dopo lunga malattia, sopportata con esemplare rassegnazione, il giorno 12 corrente si spegneva Mons. Tommaso Laudando Primicerio del Capitolo Cattedrale. Unico rampollo di una delle più distinte famiglie Casertane, mentre pareva che dovesse lusingarlo il compito di far rifulgere di nuova luce lo storico casato, egli rinunzia all’esercizio della professione di Avvocato, per entrare, all’età di oltre 40 anni, nel Clero Diocesano. Come abbia corrisposto alla divina chiamata, lo sappiamo tutti. Godette la stima e la fiducia dei diverso Pastori, che si succedettero sulla Cattedra della nostra Diocesi. La sua parola fu sempre ascoltata con deferenza, il suo consiglio venne sempre assai apprezzato. Fece parte di varie Commissioni Sinodali, tenne per diversi anni l’ufficio di Cancelliere Vescovile, ma si occupò in maniera speciale dei nostri monumenti. Del suo amore per l’arte e per la storia ci lascia documenti irrefragabili nella pregevolissima pubblicazione intorno al Duomo di Casertavecchia, e in quella parte della Storia della nostra Diocesi, che ha vista la luce sul Bollettino e che purtroppo rimane incompiuta. Per i suoi meriti fu nominato, in seguito,a commendatizia di S. E. Mons. Moriondo, Prelato Domestico di S. S. Pio XI. Fu collaboratore assiduo del Bollettino, e la sua dipartita lascia nelle nostre fila un vuoto incolmabile. All’amico diletto l’omaggio delle più calde lagrime, il tributo delle più fervide preghiere. R.I.P. Caserta – Ditta Cav. Francesco Russo”. Nel corso già del primo ventennio sacerdotale del canonico Laudando tanti furono i riconoscimenti come la nominato a prelato domestico di S.S. Pio XI il 19 settembre 1927 del “Monsig. Tommaso Laudando, della diocesi di Caserta” come si evince dal volume degli Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale AAS 19 (1927) e ancora la citata nomina a primicerio del capitolo cattedrale il 24 settembre 1927. Ecco il testo della lapide sepolcrale: “Hic in pace quiescit / Thomas Laudando / genere insignis / primicerii et antistitis urbani dignitate decoratus / annum agens quadragesimum quartum / forum reliquit ac sacrae militiae adscribi voluit / sacerdotio initiatus / multa dedit virtutis documenta / rerum historicarum cultor eximius / de vetere cathedrali ac de episcopis dioeceseos / subtiliter politeque scripsit / episcopalis cancellarii munere fungens / sapientia consilio / bene de omnibus meritus est / natus XI KAL. IUN. MDCCCLVII / Obiit pridie idus iunii A.R.S. MCMXXXI”[17]. [1] Don Tommaso Laudando lo ritroviamo nel volume “Il Giubileo sacerdotale del S. P. LEONE XIII” in “Periodico Mensuale” organo della commissione promotrice dei Comitati Nazionali, Diocesani, ecc. , Volume Uno, BOLOGNA, Centro di Redazione e di amministrazione 1885. Infatti, qui troviamo da pagina 453 la Commissione promotrice per aree territoriali e Laudando è tra i soci cooperatori in rappresentanza della Diocesi di Caserta. L’elenco della commissione è tra la colonna 454 e 455 del Bollettino. La si riporta, così come scritta, per sottolineare il riferimento a Laudando come avvocato e quindi a dimostrazione del suo legame alla Chiesa di Caserta e al suo Vescovo: “Diocesi di Caserta / Canonico Raffaele Quagliozzi / Avv. Tommaso Laudando / Missionario Francesco Ottaviano / Canonico Gaetano Canfora / Sacerdote Domenico Carfora”. Nella colonna n.419 del Bollettino le iniziative diocesane e con atto del Vescovo Enrico de’ Rossi del 3 febbraio 1886 si indica come socio corrispondente della Commissione per la Diocesi di Caserta il R.mo Raffaele Michitto Canonico del Capitolo Cattedrale. [2] In particolare si fa riferimento alla nota biografica nel volume “Quaderno” n. 3 del 1996 dell’Associazione della Biblioteca del Seminario di Caserta “Civitas Casertana”, a cura di Ilario Salvatore Valdelli, Caserta 1996 (comprensivo di albero genealogico) e alla nota biografica scritta dallo storico prof. Marcello Natale dal titolo “La figura del canonico Tommaso Laudando” in “Annuario Seminario Vescovile di Caserta”, anno 1996, Caserta 1996 pagg. 19 e 20. [3] Nel Bollettino Ufficiale del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti, Volume trentaduesimo, anno 1911, Tipografia Elzeviriana, Roma – Francesco Marcolli & C. – Milano, 1912, alla pagina 449 si legge la sovrana determinazione del 3 agosto 1911 che autorizza con concessione di placet affinché il sacerdote Tommaso Laudando è stato nominato canonico semplice sotto il titolo di Santa Maria di Costantinopoli del Capitolo Cattedrale di Caserta. [4] Precedentemente a questa importante raccolta ed edizione dei fascicoli della storia dei vescovi diocesani. a cura di Valdelli, ricorda Marcello Natale ricorda che “Solo una sintesi fu data alle stampe nel 1953: il Catalogo dei Vescovi casertani, a cura del vescovo B. Mangino, seguita nel 1984 da una nuova edizione riveduta e corretta: la Cronologia dei Vescovi casertani., a cura del vescovo V. Roberti”. [5] Tommaso Laudando lo troviamo nell’elenco dei “Procuratori presso la Corte d’appello e il Tribunale civile e penale di Napoli”, Annuario del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti Anno 1895, Roma Stamperia Reale D. Ripamonti, 1895, pagina 162. [6] Negli studi biografici citati si riferisce la nascita il giorno 22 e nello stesso giorno il battesimo. Credo che l’errore possa essere stato indotto dalla epigrafe mortuaria in cui si richiama la XI kǎlenda di giugno del 1857.ÂÂÂÂ Al tempo, considerato l’usanza di battezzare i bambini appena nati e visto dai registri parrocchiali il battesimo, si sarà concluso che la nascita sia avvenuta il 22 e non il 20. In effetti, come si è appurato dal registro delle nascite il 22 è avvenuta la dichiarazione della nascita registrata dal sindaco Michele Leonetti, mentre la nascita è del giorno venti alle ore 10. Lateralmente all’atto di nascita si registra la dichiarazione (con dichiarazione del 23 maggio 1857) il conferimento del battesimo in data 22 maggio 1857. Tale dato è emerso dalla mia consueta ricerca delle fonti anagrafiche (disponibilità all’accesso e documenti permettendo) e da qui la lettura della pagina 88 del registro di nascite dell’anno ha consentito di evidenziare questa informazione. Colgo l’occasione per ringraziare l’amico e studioso Antonio Casertano che mi ha gentilmente fornito l’accesso a copia dell’atto per le consuete verifiche. [7] La sorella Angela (183? - 1905) morta nubile, il fratello Francesco (1828-1926) celibe e l’altra sorellina Angela morì bambina. Il padre Tommaso era figlio di Francesco e della baronessa Caterica Cecco morta nel 1848. Tommaso aveva atri tre fratelli: Amalia sposata con Giuseppe Pirolo, Raffaella morta bambina e Giovanni (17??- 1877) morto celibe. [8] Così Alberto Zaza d’Aulisio descrive l’omonimo nonno del sacerdote:ÂÂÂÂ “Sindaco di Caserta dal 1848 al 1853. Affermato Notaio casertano. Fu, tra l’altro, Deputato delle Opere pubbliche provinciali, soprintendente dell’Educandato di beneficenza, componente della Giunta di Rimonta, Amministratore del Real Convitto di San Nicola la Strada”. Alberto Zaza d’Aulisio, Caserta e le sue strade, Quaderni dei Servizi Demografici del Comune di Caserta, Caserta 2003, pag. 67. [9] Oltre a Tommaso nato nel 1857 e poi morto nel 1931, da Giovanni Laudando e da Clotilde Angelica Tourné nacquero Alfonso morto bambino nel 1859, Maria morta nubile nel 1897, Anna sposata con Simone Re, Francesco morto bambino e un altro fratello omonimo, Francesco anch’esso morto bambino. Altra sorella, di cui è noto lo sviluppo della casata è Orsola (1865 – 1947) che sposerà Pietro Alois. [10] Marcello Natale sottolinea come “la rinuncia, nata in età matura, causò molti disappunti tra i parenti, che in lui confidavano nel rinnovare il prestigio del casato, già onorato con un matrimonio altolocato di sua sorella Orsola con Pietro Alois di Casertavecchia, discendente di un'altra distinta famiglia locale”. [11]ÂÂÂÂ A Pagina 65 del Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta del giugno 1931 (Anno IX, Giugno 1931, n. 6 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni), tra le comunicazioni della Curia vescovile troviamo al punto 3 “Concorso a Primicerio della Cattedrale – In seguito al decesso del compianto Mons. Tommaso Laudando, rimane cavante il Primicerio del Capitolo Cattedrale. Il beneficio, a norma del Codice, è riservato alla S. Sede e per conseguenza i Sacerdoti della Diocesi possono presentare domanda al Vescovo nel termine di un mese dalla vacanza, ossia al 10 p.v.”. Successivamente alla pagina 86 del Bollettino di agosto Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta del giugno 1931 (Anno IX, Agosto 1931, n. 8 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni) al punto 1 delle Comunicazioni della Curia si apprende la nuova nomina: “Il Can. Dott. Ottore Pannone è stato nominato dalla S. Sede Primicerio del Capitolo Cattedrale ed è stato immesso nel canonico possesso da Mons. Vicario Generale”. Sempre in relazione al nuovo primicerio a pagina 32 del Bollettino ufficiale di Marzo 1931 (Anno X, Marzo 1932, n. 3 conservato presso il Fondo “Mons. Pietro De Felice” - catalogazione Sala 1 / 8 – B / 4 - presso la Biblioteca Culturale Musicale “A. Barchetta” di Maddaloni) si apprende della nomina pontificia “al Primicerio della Cattedrale Mons. Ottore Pannone”: “Con Breve in data 16 febbraio p.p. il S. Padre si degnava di annoverare fra i Suoi Prelati Domestici il Primicerio della nostra Cattedrale, Mons. Dott. Ottore Pannone. L’alta onorificenza pontificia, ch’è premio, ben meritato, alla multiforme attività e allo zelo di Mons. Pannone, non può non riuscire di vera soddisfazione al Capitolo, al Clero e al laicato della Diocesi. A S. E. Mons. Vescovo i più devoti omaggi per il suo interessamento. Al nuovo Prelato, Mons. Pannone, insieme con i più vivi rallegramenti, i più fervidi auguri della Redazione”. [12] Marcello Natale: “Per ben otto anni illustrò le figure dei pastori della diocesi e il contesto storico di riferimento, arricchendo il testo con accurate citazioni di fonti d’archivio e solo poche volte saltò l’appuntamento mensile. Partendo dal periodo di Galazia, prima dell’anno Mille, presentò ben 41 vescovi casertani da S. Augusto sino a Benedetto Mandina, cioè quasi tutta la serie dei vescovi che ebbero la sede a Casertavecchia”. [13] L’opera è spesso citata per ricchezza di contributi, a titolo esemplificativo si cita Pietro Di Lorenzo, “Gli strumento musicali nelle opere d’arte in Terra di Lavoro: il primo Rinascimento” in “Rivista di Terra di Lavoro – Bollettino on-line dell’Archivio di Stato di Caserta, Anno III, n. 2, ottobre 2008, pagg. 23-38;ÂÂÂÂ Anna Maria Noto, “Dal Principe al Re. Lo “stato” di Caserta da feudo a Villa Reale (secc. XVI-XVIII), Ministero per iBeni e le Attività Culturali, Direzione Generale per gli archivi, Roma 2012. Non si ripropongono le citazioni sulla storia dei vescovi essendo molte e il cui elenco è in continua evoluzione. [14] Olindo Isernia, “L’Episcopato di Natale Gabriele Moriondo (1922-1943) Attraverso il Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta”, Caserta 2004, pag. 33, 107, 108. Cfr. Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno I (1923) n. 5 pag. 12; Bollettino Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno I (1923) n. 6 pag. 19. [15] Altri componenti del Consiglio Diocesano per le opere missionarie sono: canonico don Eligio Cianciola, don Clemente Papa, don Nicola Gentile, don Vitaliano Rossetti, don Domenico Mingione, don Antonio Merola, don Gaetano Sapone, don Pasquale Acconcia, don Michele Della Valle e dai laici Pietrantonio de Franciscis e Agostino Ciontoli. Cfr. Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno II (1924) n. 10 pag. 7-16; Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno II (1924) n. 11 pag. 5-6, 9-11. [16] Cfr. Ufficiale della Diocesi di Caserta, Anno VI (1926) n. 6 pag. 23-25. [17] Dalla lapide in sostanza si apprende che ivi Riposa in pace Tommaso Laudando che si è distinto per il suo genere, è stato decorato con la dignità del primo e più importante della città nel suo quarantaquattresimo anno. Lasciò il foro e volle arruolarsi nell’esercito sacro e dunque fu iniziato al sacerdozio. Nel corso della vita ha dato molte prove di virtù, dimostrando di essere un grande studioso e conoscitore di eventi storici dell’antica cattedrale e dei vescovi diocesani. Inoltre, scriveva con precisione e gentilezza e in qualità di cancelliere episcopale ha esercitato il ministero con saggezza nella pianificazione ed è stato ben apprezzato meritando giustamente tutte le cose che gli sono state riconosciute. |