Caserta, Quando un libro spiega una vita: Anni Difficili di Sergio Tanzarella su don Lorenzo Milani |
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Venerdì 13 Giugno 2008 13:55 |
CASERTA - Quando ho conosciuto Sergio Tanzarella ero poco più che ventenne e la sua figura mi colpiva per la sua evidente modernità in quel di Caserta e peraltro mi turbava perché spesso non capivo le sue arrabbiature di principio su questioni che sarebbe stato meglio affrontare con spirito pratico. TANZARELLA IN POLITICA Tanzarella in quel periodo era da poco impegnato in politica: animava una lista civica che avrebbe eletto il sindaco di Caserta della primavera politica locale dei primi anni Novanta e il suo spiccato ruolo di leader, anche non desiderato per carattere, lo avrebbe portato di lì a poco a diventare parlamentare. Mentre io mi occupavo di scrivere per il principale quotidiano cittadino: il Mattino, la cronaca politica locale. LE CHIAVI DI UN MODO DI FARE Ho impegnato molto tempo per divenire padrone delle chiavi del modo di pensare di Sergio Tanzarella e ci sono riuscito finalmente quando ho avuto modo di leggere “Gli anni difficiliâ€, il suo lavoro su don Lorenzo Milani, uscito per i tipi del Pozzo di Giacobbe in occasione del quarantennale del priore di Barbina. Devo ringraziare di ciò un incontro fortuito: la richiesta dell’Azione cattolica di parlare di don Milani insieme con lo stesso Sergio Tanzarella. L'AUTORE Docente di Storia della Chiesa alla facoltà Teologica dell’Italia meridionale di Napoli, sezione San Luigi, retta dai Gesuiti, Tanzarella ha interiorizzato fortemente la lezione di don Milani. Austera, precisa, tesa a salvaguardare la giustizia ad ogni costo senza tentennamenti e senza sbavature. Soprattutto senza flettersi mai rispetto al suo obiettivo. E’ un caso questo in cui i fini non giustificano i mezzi: mai. Lo si può capire dalla adamantina precisione con cui Tanzarella scrive di don Milani e racconta la sua epoca, le sue peripezie, il rapporto con la stesura di Esperienze Pastorali e con la Chiesa che lo circonda, ma soprattutto con il mondo che lo circonda. Don Milani non vuole mai accomodare una faccenda per un miglior favore a se stesso, vuole, nelle temperie del mondo che gli sta intorno e seguendo le sue regole, modificarle per creare nuovi cittadini, nuovi cristiani. Non è lui a piegarsi per aiutare se stesso, ma cerca di costruire un mondo nuovo partendo dalle persone che gli sono intorno. GLI ANNI DIFFICILI Certamente “Gli anni difficili†è il libro più terso che ci sia su don Milani attualmente disponibile: frutto di un lavoro attento e meditato, forse per una vita intera da Tanzarella, tanto meditato da essere diventato habitus dello stesso storico. Se non avessi letto gli Anni Difficili Sergio Tanzarella sarebbe ancora per me un oggetto da scoprire per il ruolo politico che esercita in città e per la sua “durezzaâ€, alcune volte, che sembra fargli percorrere vie ardite e difficili rispetto ad altre che paiono più semplici. E di questo sono grato al libro, ma soprattutto allo storico suo autore, che sebbene sembri un vinto, è un vincitore nell’esempio che offre a chi, attento alle cose di una città e della storia, sa leggere modelli positivi per un ambiente che spesso sceglie come modello la sconfitta di se stesso. IL LIBRO Il libro si sviluppa a partire da Esperienze pastorali. Nell’esaminare la discussione e il processo censore che si svilupparono intorno all’uscita del libro nel 1958, Tanzarella fa quello che ci si attende da un vero storico: focalizzare il tempo e il contesto in cui il caso letterario e pastorale del priore di Barbiana si verificò. Lo studioso casertano - nel libro ci sono anche delle corrispondenze inedite tra il prelato e Tommaso Fiore, uno dei padri del meridionalismo che ha dato voce all’universo della fatica; e tante altri scritti nuovi - ci squaderna l’album di un’Italia che vive anni tormentati, malata tanto nelle istituzioni quanto nelle articolazioni della società . Negli anni Cinquanta del Novecento i partiti, a parte le differenze di schieramento, finivano per “somigliarsi nel metodo e negli obiettivi†(cosa ricorrente, ahimé); la Costituzione rimaneva sola negli intenti la carta magna della rinata Democrazia; nel sociale permaneva una condizione di sistematica ingiustizia che penalizzava e teneva ai margini i ceti più deboli; nelle fabbriche la democrazia sindacale era subordinata ad un arrogante assolutismo padronale; mentre sul versante della Chiesa il clero era incerto su cosa fare e si lasciava cullare dal ripetersi degli anni. DON MILANI ERETICO? Dentro una tale realtà Don Milani passerà per un’eretico. Egli sin da quando fu nominato parroco di San Donato di Calenzano, per passare poi all’isolamento nella sperduta Barbiana sui monti del Mugello e fino alla morte, segnerà uno strappo dentro una Chiesa restia a confrontarsi con le ferite della realtà , dedita totalmente agli uffici e al funzionarato del culto. Ed è per questo che intorno ad “Esperienze pastorali†si alzerà in tutto il Paese un’accesa discussione che coinvolgerà tanto la Chiesa quanto la società civile. Quel libro, nonostante, non passi per l’opera più conosciuta di Don Milani, rimane ancora oggi importante, perché dentro alle sue pagine c’è tutto “l’irriverente e scandaloso†ministero vocazionale del suo autore: la sua incredibile unica vita. ESPERIENZE PASTORALI “Esperienze pastorali†sono un vangelo moderno, un percorso di profonda umanità e coraggio che si sofferma sul distacco dei credenti dalla Chiesa, sulla missione che dovrebbe svolgere fuori dal tempio il prete, sull’importanza di una Scuola laica e popolare che sappia inculcare, soprattutto tra i poveri, quella padronanza di lingua necessaria per acquisire un pensiero autonomo e critico. ORATORIO E SACRESTIA Ma andando più affondo nella disamina, e pensando ad un esercizio sacerdotale oltre l’altare, la sacrestia e l’oratorio, “Le esperienze pastorali†si rilevano come una critica senza appello alle ipocrisie della civiltà occidentale e all’appiattimento apostolico. Il libro alla sua uscita fu accolto discretamente dalla critica finché una stroncatura violentissima apparsa sul settimanale “Civiltà Cattolica†determinerà l’intervento del Santo Ufficio, che ordinerà il ritiro dell’opera dalle librerie per inopportunità , e solo per questo. Non fu mai sospeso il suo autore o ritenuto un libro eretico. Solo non conveniente in quegli anni. Anni difficili, appunto. TOMMASO FIORE L’ultimo capitolo de “Gli anni difficili†è tutto dedicato alla corrispondenza tra Don Milani e Tommaso Fiore che nasce subito dopo la lettura della “scomoda opera†da parte dello studioso pugliese. Le missive sono la testimonianza di una reciproca stima, ma in esse il sacerdote e l’intellettuale arrivano a riconoscere che il risanamento del Paese dovrà passare per una giustizia sociale che attesti la fine dei privilegi e il riscatto e la liberazione dei poveri. Tommaso Fiore scriverà nelle ultime righe della sua recensione ad “Esperienze pastorali†che Don Milani “ha pronunciato parole che non si cancelleranno facilmenteâ€. Della modernità della voce del Priore di Barbiana se ne convince anche il lettore che si trova tra le mani l’ottimo saggio del professore Tanzarella. |