Contenuto Principale
Caserta, CASA CORRIERE: cultura alla Reggia con percorso inedito della volta ellittica PDF Stampa E-mail
Sabato 21 Ottobre 2017 18:18

ospiti.jpg

CASERTA – Casa Corriere della cultura alla Reggia in una visione aerea. Un percorso inedito per gli amanti della cultura che si sono prenotate al Corriere della Sera per una visita guidata sulla volta ellittica della Reggia vanvitelliana. Quattro gruppi di circa venti persone hanno havuto questo privilegio di salire, dopo centoventi scalini, sulla volta ellittica chiusa al pubblico ma con il privilegio di poterla visitare per la prima volta addentrandosi dentro basse stanza, stretti corridoi ed osservare graffiti a mo di disegno lasciati dai soldati durante la guerra. La visione dall’alto è vertiginosa, al suo interno, si toccano con mano gli affreschi di Girolamo Starace.

volta-ellittica.jpg

Per ammirare queste bellezze esclusive, i visitatori sono stati accompagnati dagli appassionati e competenti funzionari della Reggia Vincenzo Mazzarella, Mario Tartaglione, Antonella Diana, Paola Viola, Federica Siano, Nella Aiello e Flavia Forestieri che insieme al direttore Mauro Felicori hanno condotto i visitatori nel cosiddetto “bosco delle capriate” composto da 8o chilometri di travi e volte che insieme al laboratorio e l’ingegno costruttivo di Vanvitelli sono apparsi in tutta la loro maestosità e grandezza.

Il cammino dei visitatori prosegue lungo lo scheletro della volta dove, nel 1944, si rifugiarono i militari. Il pubblico, sodisfatto di quanto rara bellezza ha potuto osservare, alla fine si è recato nelle Cavallerizze attraversando la Flora, al suo arrivo, il direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D’Errico nel porgere il benvenuto agli ospiti ha esclamato: «Abbiamo toccato la storia con le mani».

scritto.jpg

Felicori: «La cultura a un costo nobile»

Il giornalista del Corriere della Sera Paolo Conti, massimo esperto di beni culturali, in apertura chiede al direttore Felicori «come si governa» la bellezza. Questa la risposta: «Non nascondiamo che in questo momento c’è un conflitto di visioni della cultura, da una parte essa è vista come un costo pubblico sia pure nobile, seppur oneroso; dall’altra, c’è chi sostiene che i beni culturali debbano essere gestiti come una Società per Azioni, e noi ci muoviamo in questa direzione in un Paese che, come diceva Prezzolini, “ama molto le inaugurazioni e poco le manutenzione”.

disegno.jpg

Tra gli ospiti il sottosegretario del Mibact Antimo Cesaro il quale esordisce nell’affermare che: «Governare la bellezza è un compito difficile, che prevede varie declinazioni. C’è un dato estetico e uno etico. Quando il Governo ha deciso di investire nella cultura nel Mezzogiorno non è stata una scelta estetica, ma etica.

Non vorrei però che la dimensione etica e quella estetica si risolvessero alla fine in una narrazione patetica del nostro patrimonio. Per fare questo è necessario accettare le critiche costruttive quando si fa un bilancio di quello che si è fatto». Peccato che a una domanda ben precisa per radunare le salme degli eredi dei Borboni dentro la Reggia, ci abbia risposto: “Ma pensiamo ai vivi che i morti ormai sono morti”.

Antonio Bottiglieri, presidente di Scabec, racconta la sua esperienza in cui la bellezza è sempre letta come occasione di sviluppo, con la necessità di «contaminare, come stamattina, la bellezza con la mozzarella ad esempio. Unire più anime, come fa la stessa Reggia che ospita nella sua arte settecentesca anche la collezione di Lucio Amelio che va valorizzata». «Cosa porterete a casa da questa mattinata?», chiede Paolo Conti agli ospiti.

discoteca.jpg

Felicori è il primo a rispondere. «La rinascita della Reggia così come è raccontata sembra legata al mio nome, ma io non la immagino così: per me è una società per azioni in cui ogni gruppo di persone perbene compra le sue azioni di bellezza, lo hanno fatto il Consorzio della mozzarella, il Corriere del Mezzogiorno, il Wwf e altri. La fame di cultura ha un suono, non so quale sia, ma è il suono della mia vita».

Il talk continua con due esempi di “imprenditori illuminati” che investono nella “bellezza”. A partire da Michele Pontecorvo, consigliere delegato alla Corporate identity, comunicazione e Csr di Ferrarelle: «L’impresa non è una vacca da mungere per i lussi degli imprenditori, ma ha una funzione sociale e deve fare da ombrello al mondo culturale. Le aziende sono dei veri medium per i beni culturali perché raggiungono il grande pubblico, entrano nelle case di milioni di persone, ma bisogna differenziarsi e ascoltare il territorio per investire in maniera strategica in bellezza».

E Domenico Raimondo, presiedente del Consorzio Mozzarella di Bufala Dop che ospita CasaCorriere nella sua sede, ovvero le antiche Cavallerizze restaurate, racconta: «Dopo tanti tentativi negli anni precedenti all’arrivo di Felicori, grazie a lui abbiamo spostato i nostri uffici alle Cavallerizze dopo un investimento importante che ha consentito un restauro conservativo.

Così abbiamo deciso di associare la storia della nostra mozzarella a quella di questa straordinaria dimora reale, per creare un connubio tra i prodotti di Terra di Lavoro e il suo patrimonio storico-artistico. Così non siamo solo fisicamente qui ma collaboriamo in tante iniziative, in un rapporto fitto e fecondo».

industriali.jpg

La musica potente e raffinata dei “Solis String Quartet” e la voce di Peppe Servillo risuona nelle Cavallerizze e la community di CasaCorriere non si è certo fatta scoraggiare dalla trasferta chiude in bellezza con un pour puri di canzoni napoletane.

A sua volta, il direttore d’Errico dà appuntamento alla prossima tappa della nostra iniziativa, all’Appel Academy di San Giovanni a Teduccio. Dal Settecento alle App. Grazie alla sapiente cucina di due chef di lungo corso: Peppe Daddio e Franco Pepe, gli ospiti hanno concluso la mattinata di CasaCorriere.

servillo.jpg