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Pignataro Maggiore, figlio in overdose la mamma lo sente chiedere aiuto, ha un infarto e muore. Trovati dopo tre giorni PDF Stampa E-mail
Mercoledì 07 Marzo 2018 09:20

PIGNATARO MAGGIORE (Caserta) - Madre e figlio morti da tre giorni. Nessuno bussa alla loro porta finché i vicini non ne possono più di quella puzza che proviene dall’appartamento della piccola famiglia.

È l’odore di morte. Questa è una storia di solitudine e follia: lui, 56 anni, che s’infila la siringa nel braccio e va in overdose. Lei, 92 anni, sente il figlio chiedere aiuto e muore ai piedi del letto d’infarto, dal dolore. In casa, l’odore di gas di un fornello lasciato forse acceso sul piano cottura. Le ipotesi sono molte, al momento nulla è certo.

Di sicuro, l’uno senza l’altra erano nulla. I cadaveri sono stati trovati dai carabinieri della compagnia di Capua, diretti dal capitano Francesco Mandia, nell’appartamento al secondo piano di una palazzina di via Trento, nel cuore di Pignataro Maggiore, in località Cupella. Nel loro piccolo mondo, Saverio Ronzo e l’anziana mamma, Marta Vito, erano felici.

Le porte sono state sfondate dai vigili del fuoco ieri sera: sul posto si sono diretti anche gli agenti della polizia municipale del paese che hanno bloccato il traffico lungo la strada e fermato gli automobilisti. La scoperta, alle ore 20 circa.


Difficile da ricostruire la dinamica, inizialmente si pensava a una perdita di gas. Dopo l’accesso nell’abitazione tutto è apparso chiaro. Saverio, la notte fra sabato e domenica, si sarebbe preparato una dose di eroina: siringa da un lato e laccio in silicone dall’altro. La dose, però, era probabilmente troppa.

È stato a quel punto che avrebbe cominciato a lamentarsi e a chiamare la madre, come un bambino che chiede di essere protetto. L’anziana, che aveva problemi di deambulazione, avrebbe cercato di rianimare il figlio, ma sarebbe morta qualche ora dopo, piegata in due dalla sofferenza.

Saverio Ronzo era un ex operaio di una fabbrica, una delle tante fabbriche sorte in zona nel periodo di maggiore crescita economica del paese. Poi, la tossicodipendenza lo aveva «distratto», isolato dal mondo.

La sua fidanzata storica lo aveva lasciato e lui era rimasto solo. L’unica persona che gli era rimasta accanto era la mamma, la donna che lo aveva tenuto in grembo e cresciuto pensando a un futuro bellissimo per lui. Non era andata come prevedeva. Qualche tempo fa Saverio aveva provato a disintossicarsi, ma poi pare sia ricaduto nel baratro della droga.

Negli ultimi tempi, lo si vedeva passeggiare in paese in compagnia di una donna, probabilmente dell’Est Europa. In realtà, quasi sempre, era solo.