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Caserta, ucciso limprenditore Michele Orsi a Casal di Principe: testimoniava contro i Casalesi. Giovedì andava in aula per la connection di Mondragone PDF Stampa E-mail
Domenica 01 Giugno 2008 17:29

CASAL DI PRINCIPE (Caserta) - Un noto imprenditore, Michele Orsi, 47 anni, è stato ucciso in un agguato camorristico nel Casertano, a Casal di Principe, roccaforte della potente organizzazione dei Casalesi. Con numerosi colpi di pistola di grossa calibro, almeno due sicari hanno ferito a morte Orsi, coinvolto insieme con il fratello ed altre persone nello scandalo del Consorzio Eco 4, attivo nello smaltimento dei rifiuti in diversi comuni del basso casertano. Arrestato lo scorso anno insieme con altri dirigenti della società Eco 4, Michele Orsi stava collaborando con gli investigatori. Non è da escludere che l'uccisione di Orsi possa rientrare nella strategia dei vertici dell'organizzazione camorristica casalese, che sta cercando di dissuadere chi intende collaborare con gli organi di giustizia.

LA PROTEZIONE RICHIESTA

I magistrati della direzione distrettuale antimafia avevano chiesto la protezione per l'imprenditore ucciso. Michele Orsi aveva testimoniato nei mesi scorsi nel processo che vede imputati alcuni imprenditori, fra cui Giuseppe Diana e Giuseppe Valenti, entrambi detenuti e coinvolti in una inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti. Orsi aveva risposto alle domande del giudice durante l'udienza preliminare, e aveva fatto dichiarazioni accusatorie, ricostruendo il sistema politico-camorristico che vi sarebbe dietro lo smaltimento dei rifiuti in Campania.

LE INTIMIDAZIONI

Nelle scorse settimane Orsi aveva già subito le prime intimidazioni: ignoti avevano sparato colpi di pistola alla porta d'ingresso della sua abitazione. Orsi avrebbe dovuto deporre giovedì prossimo in un altro processo, sempre sulle irregolarità dello smaltimento dei rifiuti, i cui imputati sono però a piede libero.

L'AGGUATO FALLITO A FRANCESCA CARRINO

L'omicidio di oggi segue infatti un agguato fallito, avvenuto l'altro ieri a Villaricca (Napoli), dove un commando ha ferito Francesca Carrino, nipote di Anna Carrino, compagna pentita del boss Francesco Bidognetti, uno dei capi storici dei Casalesi. L'omicidio è avvenuto in prossimità del Roxy Bar al Corso Dante, a poca distanza da dove Orsi abitava.

LA POLITICA

Michele Orsi era stato coinvolto anche in inchieste che coinvolgevano il mondo della politica a Mondragone, nel Consorzio Ce4; e in altre inchieste in provincia di Caserta.

SALTO DI QUALITA'

Per il procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, l'omicidio di Orsi rappresenta un «salto di qualità della strategia dei Casalesi di attacco ai soggetti che collaborano per contrastare i clan».

Anche Legambiente lancia l'allarme: «Non era mai successo. In quindici anni che studiamo il fenomeno dell'ecomafia nessuno aveva osato tanto. La Rifiuti s.p.a è uno degli anelli centrali degli affari dei Casalesi e l'agguato mortale di oggi ne è la dimostrazione.

Per la prima volta ucciso un pentito di ecomafia che stava facendo luce sugli affari politici criminali che girano intorno al sistema dei rifiuti che solo in Campania determina un giro d'affari pari 600 milioni di euro annuo».

La vittima, in passato, aveva subito diversi avvertimenti: «L'ultimo mentre il figlio rientrava a casa, a tarda sera, durante le festività pasquali: furono esplosi alle sue spalle dei colpi di fucile, che presero però il portone di casa». Un episodio che il legale mise in relazione a una «campagna stampa» di un quotidiano casertano, che pubblicò «ampi stralci degli interrogatori» dell'imprenditore nell'ambito dell'inchiesta in cui era stato coinvolto insieme con esponenti di clan camorristici.

COLLABORATORE

La vicenda riguardava lo scandalo del Consorzio Eco 4, attivo nello smaltimento dei rifiuti in diversi Comuni della provincia di Caserta. Arrestato lo scorso anno insieme con altri dirigenti della società, l'imprenditore stava collaborando con gli investigatori. Ed è proprio per questo motivo che gli inquirenti pensano che l'uccisione possa rientrare nella strategia dei vertici dell'organizzazione camorristica casalese, che sta cercando di dissuadere chi intende collaborare con gli organi di giustizia.

LE ACCUSE

Orsi aveva testimoniato nei mesi scorsi nel processo che vede imputati alcuni imprenditori, fra cui Giuseppe Diana e Giuseppe Valente, entrambi detenuti e coinvolti in una inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti. L'imprenditore aveva risposto alle domande del giudice durante l'udienza preliminare, e aveva fatto dichiarazioni accusatorie, ricostruendo il sistema politico-camorristico dietro lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Tra l'altro Orsi avrebbe dovuto deporre giovedì prossimo in un altro processo, sempre sulle irregolarità dello smaltimento dei rifiuti, i cui imputati sono però a piede libero e che riguarda la connection politico affaristico camorristica di Mondragone.

AGGUATO CARRINO - L'omicidio Orsi segue l'agguato fallito, avvenuto venerdì a Villaricca (Napoli), dove un commando ha ferito Francesca Carrino, nipote di Anna Carrino, compagna pentita del boss Francesco Bidognetti, uno dei capi storici dei Casalesi. Ma forse, in quel caso, l'obiettivo era la madre della giovane, sorella di Anna Carrino.

LA VIOLENZA DEI CASALESI - Questi due episodi sono solo gli ultimi di una campagna avviata negli ultimi mesi dai Casalesi contro chiunque si metta di traverso: il 2 maggio a Castelvolurno fu ucciso Umberto Bidognetti, colpevole solo di essere il padre del pentito Domenico, mentre il 16 maggio a cadere sotto i colpi dei killer fu l'imprenditore Domenico Noviello, testimone di giustizia, che nel 2001 aveva trovato il coraggio di denunciare gli autori di un'estorsione ai danni della sua azienda.