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Caserta, l assassinio di Casale eseguito dal gruppo di Setola PDF Stampa E-mail
Lunedì 06 Ottobre 2008 20:35

CASAL DI PRINCIPE (Caserta) - Stanislao Cantelli, l'uomo ammazzato domenica a Casal di Principe in provincia di Caserta, che aveva rifiutato la protezione in quanto zio dei pentiti Luigi e Alfonso Diana, è risultato un bersaglio facile per chi ha inteso ucciderlo per riaffermare la forza dell'organizzazione camorristica.

LE IPOTESI

Non viene tralasciata, però, da parte degli investigatori l'ipotesi che la spietata esecuzione, l'ennesima registrata tra l'agro aversano e Castelvolturno (con una scia di sangue iniziata il 2 maggio scorso con l'omicidio di Umberto Bidognetti, padre del pentito Domenico e culminata, poi, con la strage dei se immigrati africani) sia stata ancora eseguita dal gruppo di fuoco capeggiato dal latitante Giuseppe Setola, ritenuto al vertice della fazione dei casalesi, già guidata da Francesco Bidognetti, detto 'Cicciotte e mezzanotte'.

L'AGGUATO

Il mortale agguato potrebbe essere stato deciso e commissionato al gruppo di Setola - secondo gli investigatori - da alcuni dei destinatari delle 107 ordinanze di custodia cautelare in carcere e dei decreti di sequestro di immense fortune appartenenti ad affiliati alla cosca, emessi grazie anche ai riscontri degli investigatori sulle rivelazioni dei pentiti, e soprattutto di Luigi Diana, per anni amico e fedelissimo di Francesco Schiavone, detto Sandokan, ritenuto ancora a capo dell'intera organizzazione.


L' OMERTA'


Sono proseguite anche la notte scorsa e questa mattina, da parte della polizia, gli interrogatori di pregiudicati ritenuti legati al clan camorristico dei Casalesi. Numerose anche le perquisizioni tra l'Agro aversano e Castelvolturno in provincia di Caserta, dove, con polizia, carabinieri e Guardia di Finanza operano anche paracadutisti della 'Folgore', nel prosieguo delle indagini sull'uccisione di Stanislao Cantelli, zio dei pentiti, Luigi ed Alfonso Diana, sorpreso da due sicari mentre, come era solito fare, si intratteneva a giocare a carte nel circolo ricreativo del centrale corso Umberto di Casal di Principe, roccaforte della potente organizzazione criminale.

STANISLAO CANTELLI

Pensionato da qualche tempo per problemi di natura cardiologica, dopo avere per anni lavorato nel settore della produzione della mozzarella, Stanislao Cantelli aveva tre anni fa rifiutato la protezione dopo le rivelazioni dei nipoti, che da esponenti di primo piano dei Casalesi avevano deciso di collaborare con la giustizia. Le indagini per identificare i sicari e risalire ai mandanti dell'omicidio di ieri sono ostacolate da un muro di omertà. Nonostante che la spedizione di morte di ieri sia avvenuta davanti a numerose persone, nessuno ha visto i due sicari entrare, sparare 18 colpi contro il pensionato fugge, sembra bordo di una moto di grossa cilindrata dopo l'omicidio.


MANTOVANO: MOLTO ANCORA DA FARE IN PROVINCIA DI CASERTA


"Nel Casertano il lavoro dello Stato va intensificato, c'é ancora molto da fare. Il nostro intervento è stato massiccio, basta pensare ai 400 uomini delle forze dell'ordine e ai 500 militari inviati. Ma, se in pieno giorno nel centro del paese viene commesso un omicidio e nessuno parla, vuol dire che il lavoro è ancora lungo".

Lo ha detto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a Palermo per un convegno sul racket, commentando l'omicidio del parente di un pentito avvenuto ieri a Casal di Principe. "Colpire indiscriminatamente anche chi, come la vittima di ieri, ha un legame tenue con il collaboratore, significa voler lanciare una sfida allo Stato che rischia di gettare la popolazione nello sconforto".