Caserta: sequestrati beni alla camorra per oltre 10 milioni di euro Stampa
Lunedì 29 Settembre 2008 21:43

Caserta - Nelle prime ore di questa mattina, il personale della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, della Guardia di Finanza di Caserta e del Reparto Prevenzione Crimine Campania, in seguito ad accurate ed articolate indagini dirette dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha sequestrato beni, mobili ed immobili, e risorse economiche per un importo complessivo di circa 10 milioni di euro. Si tratta di una operazione di sequestro preventivo, operata ai danni del latitante Giuseppe Setola. I beni sequestrati, infatti, pur essendo intestati a parenti e prestanome del latitante sono di fatto riconducibili all'uomo. Setola, è considerato un elemento di spicco del clan dei Casalesi nella fazione capeggiata da Francesco Bidognetti, meglio noto come Cicciotto ‘e mezzanotte. A suo carico ci sono vari reati, in particolare l’omicidio di Genovese Pagliuca, reato per il quale è stato condannato all’ergastolo in secondo grado dalla Corte d’Assise di Appello di Napoli. L'operazione si inserisce nel quadro della strastrategia investigativa adottata dalla Procura di Napoli finalizzata all’aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti da parte di persone appartenenti ad organizzazioni camorristiche.

Le indagini patrimoniali eseguite dalla DIA di Napoli ,in collaborazione con la Guardia di Finanza di Marcianise, hanno permesso di accertare la presenza di numerosi beni dal valore notevolmente sproporzionato, in confronto ai redditi effettivamente dichiarati. nella disponibilità di Giuseppe Setola e del fratello Pasquale, attualmente detenuto.

Ad incastrare il latitante, oltre alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia esistono anche prove documentali che, comprovano che Giuseppe Setola reinvestiva i proventi di attività illecitie in acquisti di beni immobili e di attività commerciali, attribuendo fittiziamente i beni al fratello Pasquale (suo complice in altri gravissimi reati) e ad altri familiari, per non apparire unico titolare, evitando così di incorrere nel rischio di sequestri e di successive confische, cercando di eludere disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale.