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Maddaloni, Riapre lo storico servizio residenziale. Per gli studenti assistenza 24 ore PDF Stampa E-mail
Lunedì 17 Ottobre 2016 15:08
MADDALONI (Caserta) – Il Villaggio dei Ragazzi “don Salvatore d’Angelo” rimette a posto il suo storico ruolo di accoglienza assistenziale ed infatti mette l’ultimo tassello della ripresa al suo posto con la ripartenza del servizio residenziale per gli studenti interni. A tal riguardo il generale Alineri ha dichiarato “si continua a lavorare sulla strada della legalità”.

Ebbene si, grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ente Regione Campania, la Fondazione Villaggio dei Ragazzi “don Salvatore d’Angelo” di Maddaloni, il prossimo martedì 18 ottobre 2016, riaprirà ufficialmente il servizio residenziale per circa 50 allievi, comunitari ed extracomunitari. I minori interessati, di età compresa tra i 14 e i 18 anni e provenienti dall’intero territorio campano, potranno usufruire, per 24h al giorno e per tutti i giorni scolastici dell'anno, di un servizio di qualità grazie alle cure di un gruppo di educatori che, in considerazione della pluriennale esperienza acquisita, garantiranno l’eccellenza della proposta educativa e formativa del “Villaggio”. “L’obiettivo – ha precisato il Generale Giuseppe Alineri, Commissario Straordinario della Ente calatino - è quello di favorire la crescita non solo culturale ma anche civica ed umana di questi giovani e di garantire loro una serie di interventi volti a potenziare l'offerta formativa del sistema scolastico ‘Villaggio’. La mia ferma convinzione - continua il Generale Alineri - è che l’Opera fondata da Don Salvatore d’Angelo possa rinascere, svilupparsi e aprirsi maggiormente al territorio, diventando sempre più presidio di contrasto alla dispersione scolastica e di legalità, nonché punto di riferimento nell’ambito del settore socio-assistenziale, istruttivo e formativo della regione campana e non solo. Al raggiungimento di tale scopo, l'Ente calatino ha avviato, con impegno, coraggio e passione, una procedura di risanamento di una situazione debitoria seria che ha minacciato, e tuttora può continuare a minacciare, la stessa sopravvivenza dell’Ente. Per tale motivo, l’intera Fondazione è seriamente impegnata in quest’opera, che potrà dare l’esito sperato solo con la convinta partecipazione di tutti i soggetti interessati”. “Sono state finalmente cambiate le regole – conclude il Commissario Straordinarioovvero nella Fondazione si è introdotta la “cultura del fare e della legalità”, indispensabile a liberare l'Istituzione da qualsivoglia atteggiamento e comportamento che ne avevano minato le stesse basi, ed a riportarla all’antico fasto, riavvicinandola alla grande idea del Fondatore".